Cantautore e scrittore, Mario Castelnuovo (nato a Roma il 25 gennaio 1955) è noto per il suo stile raffinato e poetico, capace di coniugare suggestioni letterarie e musicali in uno stile personale. La sua carriera musicale si sviluppa principalmente tra gli anni 80 e 90, periodo in cui ottiene il maggior successo con brani caratterizzati da testi evocativi e arrangiamenti sofisticati.
Dopo un primo periodo di gavetta, Castelnuovo si fa notare nel panorama della canzone d'autore italiana. Viene scoperto da Amedeo Minghi, che gli procura un contratto con la It, l'etichetta di Vincenzo Micocci.
Nel 1981 esce il suo primo singolo "Oceania" che viene presentato in una competizione canora per scoprire nuovi talenti all'interno del programma Domenica in presentato quell'anno da Pippo Baudo; la canzone sul retro, "Sangue fragile", vede Minghi come coautore della musica.
L'anno dopo Castelnuovo partecipa al Festival di Sanremo 1982 con "Sette fili di canapa", brano che dà anche il titolo al suo primo album, ancora prodotto da Minghi, e che riscuote un discreto successo. “Sette fili di canapa” creerà scompiglio con versi come "C'erano sette Cristi a Follonica ed un ateo sul Sinai bivaccava e aspettava", ma soprattutto col riferimento alla canapa. “La Rai minacciò perfino di bloccarmi la canzone, credevano che parlasse di droga, si presentarono i carabinieri in albergo e dovetti spiegare riga per riga il significato del testo", racconterà Castelnuovo. Per fortuna poi agli italiani è stato consentito di ascoltare questa prodezza: una canzone ossessiva, dall’ombrosità wave, con la voce che reitera ipnotica il testo come un mantra, fino ad aprirsi in una sorta di “falso ritornello”. Con versi dal simbolismo surreale, evocativi e misteriosi.
Due anni dopo la partecipazione del 1982 con "Sette fili di canapa", il cantautore romano torna al Festival di Sanremo presentando la struggente "Nina", il cui testo è ispirato dalle vicende reali dei genitori di Mario, conosciutisi durante la Seconda guerra mondiale. Il successivo album "Mario Castelnuovo" (1984) lo consacra tra i cantautori più apprezzati del periodo, grazie a una scrittura ricca di immagini e una sensibilità lirica fuori dal comune.
Nel 1987 pubblica "Sul nastro blu", un album che conferma la sua vena poetica e il gusto per atmosfere suggestive, pur senza raggiungere i riscontri del lavoro precedente.
Dopo un periodo di minor esposizione mediatica, Castelnuovo torna con "Venere" (1993), un album che riflette una maturazione stilistica e un approccio ancora più intimista. Nonostante la distanza dai circuiti mainstream, continua a scrivere e a esibirsi per un pubblico fedele, che lo segue da sempre.
Negli anni successivi pubblica diversi altri album, tra cui "Buongiorno" (2000), che segna il suo ritorno discografico dopo una lunga pausa, e "Com’erano venute buone le ciliegie nella primavera del ’42" (2005), un disco in cui Castelnuovo esplora con delicatezza tematiche legate alla memoria e alla storia.
Negli ultimi anni, oltre a proseguire l’attività musicale, Mario Castelnuovo si è dedicato anche alla scrittura, pubblicando romanzi e racconti che confermano la sua abilità narrativa. La sua musica, pur meno presente nei circuiti commerciali, riesce ancora ad attrarre un pubblico fedele e attento, grazie alla profondità delle sue canzoni e dalla coerenza del suo percorso artistico. Tra gli album più recenti, si segnala "Guardalalunanina" (2016), che raccoglie nuove canzoni e rivisitazioni del suo repertorio storico, e "Luna crescente" (2021), che segna un ritorno ispirato alla canzone d’autore più classica.