Sergio Endrigo

Sergio Endrigo

Sergio Endrigo è uno dei massimi cantautori italiani. Intenso e profondo, sospeso tra luci e ombre, ha inanellato diversi successi nella musica italiana, restando nell'olimpo della canzone tricolore, a dispetto di un approccio schivo e poco incline allo showbiz. Notevoli anche le sue collaborazioni artistiche, con scrittori e poeti come Gianni Rodari, Pier Paolo Pasolini e Giuseppe Ungaretti e con musicisti come Toquinho, Roberto Carlos, Vinícius de Moraes e Luis Bacalov.

Sergio Endrigo nasce il 15 giugno del 1933 a Pola, figlio di Claudia e di Romeo, uno scultore e pittore. Cresciuto in Istria, dopo la Seconda Guerra Mondiale è obbligato a lasciare la città natale, e insieme con la madre si trasferisce a Brindisi come profugo (il padre, invece, era morto quando Sergio aveva solo sei anni). Spostatosi a Venezia, si iscrive al ginnasio ma ben presto interrompe gli studi per lavorare, così da aiutare la madre dal punto di vista economico: impiegato, tra l'altro, come lift-boy presso l'Hotel Excelsior, oltre che come tuttofare alla Mostra del Cinema di Venezia, si dedica nel frattempo allo studio della chitarra, e riesce a trovare un ingaggio come contrabbassista e come cantante in diverse orchestre, tra le quali quella di Ruggero Oppi.
Successivamente entra a far parte del complesso di Riccardo Rauchi, e poco dopo ha l'occasione di conoscere Riccardo Del Turco; nel 1959 avviene il suo esordio discografico, con un 45 giri extended play all'interno del quale sono presenti "Ghiaccio bollente" e "Non occupatemi il telefono". Nello stesso anno Sergio Endrigo partecipa, sempre con il gruppo di Rauchi, al primo "Burlamacco d'oro", dove propone il brano scritto da Enrico Polito e Franco Migliacci "Notte, lunga notte", più tardi inciso anche da Domenico Modugno. Vincitore della kermesse a pari merito con Arturo Testa, incide un disco con la Edizioni Musicali Ariston ma con il nome d'arte Notarnicola: il disco include "Nuvola per due" e "Arrivederci", pezzi musicati da Umberto Bindi.

Nel 1960 Endrigo partecipa a un provino con Giampiero Boneschi e lo supera: ha, quindi, l'opportunità di firmare un contratto con la Dischi Ricordi. Nel frattempo, si dedica alla scrittura di alcune canzoni, tra cui "Bolle di sapone" e "La brava gente". Nel 1961 partecipa al Festival di Diano Marina con il brano scritto da Gino Paoli "Gli innamorati sono sempre soli", mentre l'anno successivo lascia la Ricordi per abbracciare la Rca, al seguito di Nanni Ricordi: a questo periodo risale la pubblicazione della immortale "Io che amo solo te", oltre che del suo primo Lp da solista, intitolato "Sergio Endrigo", che include, tra le altre canzoni, "Aria di neve", "I tuoi vent'anni" e "Il soldato di Napoleone" (quest'ultima con testi di Pier Paolo Pasolini).
Il suo nome quindi in una storia della canzone italiana va posto a fianco di Gino Paoli, Umberto Bindi, Fabrizio De André, Luigi Tenco, Bruno Lauzi, Enzo Jannacci e Giorgio Gaber: autori e cantanti che portarono una ventata di rinnovamento nell'asfittico panorama musicale italiano ancora attardato alle rime cuore-amore. E' in questa cerchia di cantautori che Sergio Endrigo si farà conoscere per la sua fresca vena poetica, delicata ed un pò malinconica.

Sposatosi con Lula (Maria Giulia Bartolocci), diventa cognato di Riccardo Del Turco (che si sposa con Donella, sorella di Lula), e nel 1963 pubblica l'Lp "Endrigo" che contiene "La guerra" e "La rosa bianca". Nel 1965 diventa padre e recita nei film "008 Operazione Ritmo" e "Questi pazzi pazzi italiani"; nel frattempo abbandona la Rca e firma un contratto per la Fonit Cetra.
Dopo avere composto "Te lo leggo negli occhi", destinato a diventare uno dei suoi pezzi più celebri, l'artista di Pola pubblica su 45 giri "Mani bucate" e "Teresa", brano che viene censurato dalla Rai in quanto nel testo si fa riferimento a una ragazza che non è vergine.
Nel 1966 sale per la prima volta sul palco del Teatro Ariston al Festival di Sanremo dove propone in gara "Adesso sì", e registra il suo terzo Lp, nuovamente intitolato "Endrigo", che include "La ballata dell'ex". L'anno seguente torna a Sanremo in coppia con Memo Remigi con "Dove credi di andare"; nel 1968 si ripresenta alla kermesse ligure per la terza volta consecutiva, ma questa volta vince grazie a "Canzone per te", proposta con Roberto Carlos.
Dopo avere preso parte all'Eurovision Song Contest con il pezzo "Marianne", nel 1969 torna a Sanremo con un'altra ballata struggente, "Lontano dagli occhi", cantata insieme con la britannica Mary Hopkin, che arriva al secondo posto; nel 1970, invece, è in coppia con Iva Zanicchi, e presenta "L'arca di Noè" (questa volta la canzone è terza).
L'anno successivo arriva la sua sesta partecipazione di seguito, ma l'abbinamento con i New Trolls per il brano "Una storia" non ottiene un grande successo.

La sua fortuna presso il grande pubblico, dopo gli splendori del 1968-71, viene rinnovata con canzoni per l'infanzia come "Ci vuole un fiore", scritta in collaborazione con Gianni Rodari. Mentre nel 1970 partecipa a un memorabile concept-album, prodotto dall'amico Sergio Bardotti, intitolato "La vita, amico, è l'arte dell'incontro". Un disco che riunisce attorno alla figura del grande poeta e compositore brasiliano Vinicius de Moraes, il maggiore poeta italiano del '900, Giuseppe Ungaretti, che traduce e legge alcune splendide poesie di Vinicius, e per l'appunto Endrigo, che interpreta alcune canzoni di Vinicius, il tutto accompagnato dalla stupenda chitarra del brasiliano Toquinho. L'album nasce appunto dall'incontro e dall'amicizia di questo ristretto gruppo di amici con Vinicius de Moraes, allora in esilio a Roma per sfuggire alla dittatura al potere in Brasile in quel periodo. Tra le tracce anche un'altra celebre canzone per bambini, "La casa", filastrocca inclusa una raccolta di poesie che Vinícius de Moraes aveva scritto per i suoi nipotini e che era stata poi pubblicata nel 1970 con il titolo di "A arca" ("L'arca").

Negli anni successivi Endrigo torna sul palcoscenico dell'Ariston in tre occasioni: con "Elisa Elisa" nel 1973, con "Quando c'era il mare" nel 1976 e con "Canzone italiana" nel 1986.
Nel 1995, scrive un romanzo intitolato "Quanto mi dai se mi sparo?", pubblicato da Stampa Alternativa. In seguito, contesta a Luis Bacalov, autore del tema musicale del film "Il postino", uscito nel 1994, la paternità del motivo, che risulta molto simile a "Nelle mie notti", un brano scritto da Sergio Endrigo venti anni prima insieme con Riccardo Del Turco: una questione di non poco conto, considerando che Bacalov per quell'opera si aggiudica anche il Premio Oscar per la migliore colonna sonora.
Nel 2000 parte per una serie di concerti in Brasile: resterà la sua ultima tournée.

Sergio Endrigo muore il 7 settembre del 2005 a Roma a causa di un cancro ai polmoni diagnosticatogli pochi mesi prima: verrà sepolto nella tomba di famiglia a Terni.

(Fonte principale: Biografieonline)

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