David Simard - Dentro la scatola della memoria

intervista di Gabriele Benzing

Vincere il fantasma della mortalità con una canzone. Per David Simard è il modo migliore per non perdere nulla della vita: "When the angels demand my head/ They might envy the life I've led", proclama sulle note di "Over Anything". Il suo disco d'esordio, "Slower, Lower", è stata una delle più promettenti rivelazioni della scena cantautorale canadese nel 2011: un pugno di canzoni con il fascino di un folk-cabaret fuori dal tempo. Dai boschi della Columbia Britannica alle strade di Montréal, Simard ci racconta la storia di un percorso affrontato senza mai guardarsi indietro.

Il brano iniziale del tuo disco di intitola "Memory Box", per cui cominciamo aprendo la tua personale scatola della memoria... Sei cresciuto nella costa settentrionale della Columbia Britannica: che influenza hanno avuto quei panorami sulla tua musica?
È sempre stato difficile per me percepire qualche panorama significativo nella mia musica. A questo punto della mia vita, ormai, ho passato tanto tempo nel Canada centrale e orientale quanto in quello occidentale. Sono tentato di dire che sono un canadese a tutto tondo, ma penso che la descrizione più adatta sia quella di un vero canadese bastardo. Sono cresciuto tra le montagne, la foresta e l'oceano, ho passato la mia adolescenza tra colline ondulate, campi di granoturco e lunghe estati calde, poi mi sono trasferito in una metropoli tra pazzi taxisti e scarpe alla moda dappertutto. Ma probabilmente ho ancora qualche ago di pino tra i capelli.

Ci racconteresti qualcosa degli inizi del tuo percorso musicale? Quando e come ti sei reso conto di voler diventare un musicista?
Non saprei proprio. Mia mamma ha sempre cantato e così anch'io. Alla fine ho imparato da solo a suonare la chitarra e da allora non mi sono più guardato indietro.

Adesso vivi a Montréal, nel quartiere di St. Henri. Qual è la cosa che preferisci di questa città?
È una domanda difficile... Montréal è una splendida città con qualche unghia veramente sporca. Per quanto riguarda le città, è proprio il mio tipo! St. Henri è uno dei quartieri più sporchi, più da classe operaia, con le rotaie del treno e il vecchio canale. È adatto a me ed è tutto quello che posso sperare di poter dire.

I componenti della tua backing band, i Da Da's, hanno un retroterra jazz. Come vi siete incontrati e quando avete deciso di lavorare insieme?
Un misto di concerti, annunci su Craigslist, amici e nottate passate a far tardi. Ero stufo di suonare da solo tutto il tempo e il gruppo è praticamente cresciuto intorno a me.

David SimardCome è stata la registrazione dell'album?
Abbiamo registrato quasi tutti gli strumenti dal vivo in quattro giorni nel salotto del nostro appartamento. Daniel, il batterista, ha lavorato come ingegnere del suono. Solo la voce e qualche parte strumentale sono state aggiunte dopo. Molti dei cori sono stati registrati insieme, riuniti intorno a un microfono. È stato un processo molto tranquillo e amichevole, che ha aggiunto una coesione che spero si riesca a sentire nell'album.

Il titolo del disco, "Slower, Lower", deriva dal fatto che hai passato molto tempo cercando di trovare il tempo o la tonalità giusta per ogni brano. In effetti, spesso le tue canzoni hanno una struttura elaborata. Quando ti rendi conto di avere trovato l'identità di una canzone?
È una relazione, davvero - devi arrivare a conoscere una canzone come un amico o un'amante. A volte ci vuole più tempo di quello che si pensa, a volte si finiscono le frasi l'un l'altro in cinque minuti.

Di solito gli artisti non amano lasciarsi definire da un genere, ma pensi che la tua musica possa essere descritta come "folk cabaret"?
Certo!

Dove si può trovare secondo te l'equilibrio tra fondare le proprie radici musicali nella tradizione e cercare di andare oltre?
È una cosa divertente e frustrante al tempo stesso. Spesso la tradizione pone dei confini e la nostra urgenza naturale è quella di spingere i limiti un po' oltre. Di solito seguo questa intuizione.

Nelle tue canzoni c'è spesso un senso di mortalità. Per te è un modo di vivere più intensamente la realtà?
Forse. La mortalità è una cosa importante di cui rendersi conto - anche la fallibilità.

Come vivi il tuo rapporto con le performance dal vivo?
Ho sempre sentito che le mie canzoni non esistevano compiutamente finché non venivano cantate e non venivano ascoltate, per cui la performance è molto importante per me. Il pubblico ha lo stesso valore della musica in quei momenti.

Se potessi usare la DeLorean di "Ritorno al futuro", quale anno (e luogo) sceglieresti per un viaggio nel tempo?
Non voglio tornare indietro, solo andare avanti con un paio di idee vecchio stile!

Dallo scrigno del suo "futuro vecchio stile", David Simard ha un regalo per i lettori di OndaRock: un brano esclusivo in download gratuito, la prima registrazione di una nuova canzone intitolata "Rorschach". Con il suo senso di intimità e con il tocco avvolgente delle sue tastiere, è un perfetto anticipo dei prossimi orizzonti della sua musica.

David Simard - Rorschach
[download]

(22/04/2012)

Discografia

Slower, Lower (self released, 2011)7,5
Pietra miliare
Consigliato da OR

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The Knife(live, da "Slower, Lower", 2011)
Magda(live, da "Slower, Lower", 2011)
One Coffee, Two Coffee(live, da "Slower, Lower", 2011)