La cantautrice romana ci racconta il suo nuovo album, “Per essere felici", tra nuove prospettive, una profonda intimità e un esistenzialismo tanto accattivante quanto efficace.
Sei tra le poche polistrumentiste e cantautrici italiane: come mai in Italia si può ancora fare una simile affermazione?
Ho sempre considerato la musica da musicista oltre che da cantante, per essere preparata alla composizione di una canzone e all’esecuzione di essa, un approccio che immagino appartenga al mio Dna.
Venticinque anni fa il tuo primo album. Cosa è cambiato da allora?
Direi che sono cambiate tante cose, sono cresciuta e in questa crescita c’è stata una indubbia evoluzione personale e musicale, ci sono certamente delle differenze sia nella scrittura che nella produzione. Si impara e si cerca di fare sempre meglio. L’asticella va alzata di volta in volta, diventa una nuova sfida.
“Per essere felici”, secondo te, cosa bisogna fare o non fare? Affannarsi o “lasciarsi andare” come cantavi qualche anno fa?
Parlo per me, probabilmente essere felice è il frutto delle scelte che si fanno nel tempo, di scelte difficili. È la prova del coraggio che abbiamo avuto, della fatica che si fa sentire inevitabilmente per aver lasciato tante certezze affrontando d’altra parte un percorso impervio, senza una direzione nota. Forse per essere felici serve tutto questo, arrivare al punto in cui la fatica non si sente più ed è più forte la soddisfazione di essere riusciti a proseguire nonostante le difficoltà.
Dunque “le parole sono importanti”, per citare l’epica battuta di Nanni Moretti: ad oggi pensi che non solo la canzone ma il mondo culturale in toto continuino a prestare attenzione al “logos” o ci si avvicini verso un lassismo linguistico senza precedenti?
Bisogna dare peso alle parole, lo scrivo anche nella canzone "L’occasione per conoscerci meglio". Tutto cambia velocemente, dobbiamo soffermarci di più sul senso di quello che viene detto, rischiamo di imbatterci in troppa superficialità e soprattutto rischiamo che le parole diventino armi di oppressione e di istigazione all’odio.
La protagonista di questo album è una donna, matura, arrivata a fare i conti con la propria vita e le proprie scelte: il risultato non è stato sempre un essere rassicurata, cercando allo specchio risposte che in realtà spesso sono chiuse in angoli di cuore sconosciuti. Con quale chiave apri o hai aperto quei cassetti nascosti?
Naturalmente con la chiave della fragilità e della sofferenza, facendo i conti con me stessa. La chiave della verità e della sincerità, essere coscienti di quello che si è e di cosa si vuole, dei limiti e delle enormi difficoltà in cui incorrerai, dei rifiuti e dell’indifferenza, ma anche di quei momenti di bellezza in cui ti sentirai apprezzato e che ti ripagheranno di tutto.
Sono brani molto personali, frutto di un vissuto, come ad esempio "Comunque tu", dove si parla di figura paterna e di una relazione non sempre semplice da gestire. Che corde volevi toccare con quel brano?
Tutto il disco parla di me, di una parte importante di me. In "Comunque tu" c’è la figlia, e la sofferenza nel distacco necessario dalla figura genitoriale, la figura paterna che è sempre stata una rappresentanza forte nella vita e di grande rilievo nella musica. Dall’altra parte, in “Bellissimo”, c’è la voglia di indipendenza e di libertà di un figlio che vedo crescere e cambiare. È come se fosse la stessa necessità raccontata però da una parte con gli occhi di una madre e dall’altra con quelli di una figlia.
La tua è una carriera rimasta indipendente negli anni: cosa consiglieresti a una giovane cantautrice oggi?
Di provarci, se davvero è quello che vuole, ma anche di essere cosciente delle enormi difficoltà che incontrerà.
Marina Rei (Virgin, 1995) | ||
Donna (Virgin, 1997) | ||
Animebelle (Virgin, 1998) | ||
Inaspettatamente (Virgin, 2000) | ||
L'Incantevole (RCA, 2002) | ||
Colpisci (Perenne, 2005) | ||
Al di là di questi anni (On The Road, 2007) | ||
Musa (Perenne, 2009) | ||
La conseguenza naturale dell'errore (Perenne, 2012) | ||
Pareidolia (Perenne, 2014) | ||
Per essere felici (Perenne, 2020) |
Primavera (videoclip da Donna, 1997) | |
Al di là di questi anni (videoclip da Al di là di questi anni, 2007) | |
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