Porridge Radio

Un viaggio catartico

intervista di Daniel Moor

Gli inglesi Porridge Radio hanno realizzato un quarto disco bellissimo, un intenso viaggio emotivo con un finale estremamente catartico. Per mail Dana Margolin, Georgie Stott e Sam Yardley hanno risposto ad alcune domande relative alla realizzazione di “Clouds In The Sky They Will Always Be There For Me”. 

Congratulazioni per il nuovo disco! È una nuova gemma nel catalogo dei Porridge Radio. So che è nato in un momento difficile per voi e spero che la sua realizzazione sia stata catartica in qualche modo. Quali sensazioni provate ora che l’album è stato pubblicato?
Georgie: L’ho ascoltato circa cinque volte da quando è uscito. Una pubblicazione dà sempre un contesto diverso a un album, perché viene ascoltato da tutti e non più soltanto da noi. È interessante provare a riascoltarlo con la prospettiva di altre persone. Ad ogni modo, mi sento molto orgoglioso di ciò che abbiamo realizzato!

Mi sembra che la prima e l’ultima canzone siano interconnesse in molti modi. Mentre in “Anybody” l’io lirico cerca incessantemente di raggiungere la persona che desidera, in “Sick Of The Blues” avvengono una rinascita completa e un’emancipazione dalla sofferenza. Perché avete messo queste due canzoni agli estremi dell’album?
Georgie: Penso che “Anybody” sia il classico brano d’apertura. È nato per questo ruolo! E “Sick Of The Blues” permette di raggiungere un rilascio della tensione alla fine. Sì, credo che ci sia un legame: un inizio di speranza e una fine di gioia e liberazione. Immagino che sia quello che la maggior parte delle persone desiderano anche nella vita…
Dana: Credo anche io che “Anybody” dovesse essere la traccia di apertura, mentre “Sick Of The Blues” dovesse chiudere la raccolta: una canzone per introdurre ciò che sta per accadere e una per riderci su e dirsi “beh, ci ho provato”.



 

Sogni, realtà oniriche e una nebbia avvolgente e ineluttabile caratterizzano l’atmosfera di “Clouds In The Sky They Will Always Be There For Me”. La liberazione di cui cantate nell’ultima traccia rappresenta anche un processo terapeutico per la psiche?
Dana: Credo che almeno ci provi. È una canzone che parla di un tentativo di guarigione, di fare un prossimo passo, in avanti.

Avete progettato la tracklist in modo da riprodurre una costante alternanza tra tempesta quella calma che la precede/segue?
Georgie: La tracklist era qualcosa che ho affrontato dal punto di vista di un live set, pensando al pubblico e a quali canzoni si completano a vicenda.
Dana: Volevo che la tracklist conducesse in un viaggio, che avesse una sorta di narrazione, di una storia, e così è stato. Ma c’erano molte altre opzioni per le tracklist e ognuna aveva risultati differenti. Si è trattato di mantenere un buon flusso tra le canzoni e di scegliere un ordine che piacesse a tutt* noi nella band.

Nei vostri brani spesso unite crescendo strumentali con un cambio nell’intensità del canto. Questi aspetti dinamici emergono mentre provate le canzoni insieme o seguono semplicemente la struttura dei testi?
Georgie: Sono entrambe le cose: le strutture si informano a vicenda, è una vibrazione che si crea quando si suona insieme.
Sam: Con i Porridge Radio ho sempre cercato di assecondare la voce di Dana. L’accompagnamento strumentale accompagna anche l’intensità emotiva.
Dan: Sono d’accordo. Cerco anche io di suonare in modo da seguire da vicino i risvolti emotivi del testo lirico cantato.

In questo disco le chitarre sono in primo piano, ma ci sono anche violini e trombe in alcune canzoni. Quali sono state le principali influenze quando si è trattato di comporre gli arrangiamenti e di scegliere gli strumenti con cui suonare?
Dana: Siamo arrivati a questo disco come una band composta da chitarra, basso, batteria, tastiere e voce e volevamo rimanere il più possibile fedeli a questo aspetto; è stato davvero qualcosa che abbiamo fatto insieme e gli arrangiamenti riflettono questo. I violini e le trombe sono arrivati dopo, quando abbiamo sentito che avevamo bisogno di qualche texture in più.
Georgie: Volevamo essere in grado di suonare il più possibile dal vivo, insieme nella stessa stanza e questo ha sicuramente influenzato gli arrangiamenti. Per le sovraincisioni abbiamo puntato su toni più caldi.

Gli uccelli sembrano avere un ruolo importante all’interno del disco. Che cosa significano per voi? Una rondine di carta è anche vicino a Dana sulla copertina del disco...
Georgie: Siamo tutti fan degli uccelli!
Dana: È vero. Viaggiavamo molto quando stavo scrivendo. Gli uccelli e il loro volo erano un modo per dare un senso a partenze e ritorni, e anche a una persona che amavo che andava via e ritornava ripetutamente.

(17 novembre 2024)