22/11/22

Salmo

Kioene Arena, Padova


Difficile pensare che Maurizio Pisciottu avrebbe mai immaginato (realisticamente immaginato, almeno) di girare un giorno in lungo e largo il paese, riempiendo palazzetti dello sport e arene con i suoi concerti, quando, nel 2011, a quasi trent'anni e con una gavetta confinata al più assoluto underground, pubblicava il suo album di esordio "The Island Chainsaw Massacre" a nome Salmo. Un disco epocale, che lasciava presagire tutto il talento del rapper sardo (in tralice, persino la sua anima pop), ma non certo di grande successo. Quello sarebbe arrivato in un periodo relativamente breve con i lavori successivi, da "Midnite" a "Hellvisback", fino ai numeri da capogiro di "Playlist" - il tutto, mentre la scena hip-hop, esplosa, commercialmente parlando, nel decennio precedente, cominciava lentamente a segnare la china a favore delle emergenti sonorità trap. Ciò nonostante, lui riusciva comunque a imporsi grazie a uno stile tutto sommato classico, debitore dell'hardcore rap dei primi anni del millennio, a riprova della sua bravura come compositore, produttore e interprete. Ha aiutato, certo, una lingua lucida e tagliente, capace di essere sia provocatoria che, alla bisogna, ecumenica, una voce bassa e vissuta, unita a una clamorosa faccia da cinema (motivo del successo dei suoi video: come solo certi attori francesi, decisamente non è bello, ma carismatico e affascinante sì).

Non stupisce, quindi, il fatto di vedere la Kioene Arena di Padova piena zeppa di ragazzi (è stato dichiarato il sold-out), nonostante sia un piovoso e freddo martedì di novembre, in attesa che Salmo salga sul palco. Tutta l'elettricità presente nell'aria deflagra con le note dell'iniziale "Russell Crowe". Il nostro viene accompagnato dal gruppo Le Carie, formato da sei elementi, di cui ben tre chitarristi - indicativa la presenza di Dade dei Linea 77. Insomma, se i suoi brani su disco hanno spesso un'attitudine metal, pur senza l'uso della strumentazione classica del genere, dal vivo siamo dalle parti del puro crossover, con una linea di fuoco alzata dai distorsori che valorizza alla grande episodi come "90 minuti", "Criminale", "Ricchi e morti" o il blues rock di "1984".
La prima ora abbondante del concerto è uno sfoggio di assoluta potenza, con Salmo a suo agio sia nello scilinguagnolo rap sia nelle urla da rocker. Il pubblico, neanche a dirlo, è completamente in sua balia - d'altronde, vedere ragazze andare in bagno e, subito dopo, bersagliare il palco con mutandine e reggiseni è un'indiscutibile attestazione di successo.

Salmo live

Dopo una breve pausa, il gruppo riappare a sorpresa su un palchetto posizionato dall'altro lato del palazzetto, in mezzo al pubblico. Qui inizia un set acustico, con brani maggiormente intimisti come "La prima volta" e "La canzone nostra" o il divertissement di "Ritmo", reso in versione quasi country. Se vogliamo, ho trovato questa seconda parte, un po' meno interessante, sicuramente priva del mordente e dell'intensità (in effetti, difficile da mantenere) mostrata prima dal gruppo. Ci sta, però: Salmo vuole, giustamente, piacere, e a un intrattenitore come lui non si possono chiedere concerti brutali e veloci, neanche stessimo parlando dei Ramones. L'airplay italiano, per quanto ultimamente abbastanza svecchiato, impone comunque il suo tributo di romanticismo e melodia - e il nostro è perfettamente a suo agio anche con quelle.
Salmo live

Sono passate ormai più di due ore, ma "la serata non vuole finire" e così, riposti gli strumenti e congedati i musicisti, è lo stesso Salmo ad animare l'after-party, questa volta in versione dj, mixando musica elettronica per il pubblico padovano, che non pensa minimamente a lasciare l'arena, nonostante l'ora tarda e il fatto che sia solo martedì. Alla fine, avranno tutti dormito qualche ora di meno, ma, sicuramente, ne è valsa la pena.
Chissà se, guardando il mare dalla sua Olbia, dieci anni fa, Maurizio immaginava tutto questo.

(Foto di Natascia Torres)