02/02/2024

Slowdive

Estragon Club, Bologna


The breeze, it blows, it blows everything. È un’attesa tinta del rosso del cielo crepuscolare, miscelato a un azzurro reso ancor più intenso dal freddo pungente, quella che ha accompagnato il pubblico presente fuori dall’Estragon Club fin dal tardo pomeriggio (letteralmente only the brave, data la posizione della venue e il clima) in attesa degli Slowdive. La formazione inglese in equilibrio tra dream-pop e shoegaze ha scelto Bologna per la seconda delle due tappe italiane che hanno segnato il suo ritorno nel nostro paese, a seguito della capatina estiva all’Ypsigrock avvenuta nell’agosto scorso e della pubblicazione dell’ultima valida fatica “Everything Is Alive”.
A ristorare dall’aria gelida e scaldare l’atmosfera con poco più di una manciata di brani, e in perfetto orario, sono i Pale Blue Eyes, formazione del Devonshire che mescola dream-pop e alt-dance, il cui nome fa riferimento alla celebre canzone dei Velvet Underground. Sebbene il risultato non si traduca in qualcosa di innovativo a livello di influenze proposte, comunque funzionali e coerenti con i protagonisti principali della serata, i quattro riescono a tenere banco molto bene con pezzi dinamici, sfoderando rimandi eighties e arie space in “Takes Me Over”, passi motorik con “TV Flicker”, un pop tra anni Ottanta e Novanta che ricorda alcune produzioni dei Dandy Warhols in “Spaces”, e la concentrica “Motionless”.

Puntualissimo, alle 21 il quintetto di Reading inizia a prendere posizione sul palco: Neil Halstead e Christian Savill (il cui sguardo resterà incollato alla pedaliera per l’intera durata della performance) alle chitarre, Nick Chaplin al basso, e Simon Scott alla batteria; a fare la sua comparsa per ultimo dietro ai microfoni impiumati e ai synth è l’iconico caschetto bicolore dell’eterea fata oscura Rachel Goswell. Ci si immerge immediatamente a capofitto tra i riverberi sintetici della lunga e suggestiva “Shanty”, dando il via a una scaletta perfetta e ben equilibrata in grado di accontentare tutti, che ingrana con i ritmi del turbine veloce di “Star Roving”. Risplende il crescendo della gemma cardine di “Just For A Day” “Catch The Breeze”, primo punto alto dell’esibizione, reso ancor più memorabile dai vivaci giochi di luce, riprendendo successivamente le fila dell’ultima produzione con i sussurri di Goswell e Halstead sulla leggera “Skin In The Game”.

Il mantra echeggiante e ipnotico della riflessiva “Crazy For You”, unica traccia proposta da “Pygmalion”, funge da apripista al secondo vertice del live rappresentato dal decollo di “Souvlaki Space Station”. I sintetizzatori del viaggio straniante su “Chained To A Cloud” preparano a un ulteriore highlight (e a una seconda parte del set con i fiocchi) con i visuals spettacolari e i sonagli del tamburello sullo sfondo di “Avalyn I”, inclusa nel primissimo Ep di debutto del gruppo, e soprattutto la perla “Sleep”, cover degli Eternal, progetto pre-Slowdive fondato da Savill. Si continua con l’attesissima e più pop “Kisses”, la quale cede il passo a un trittico speciale tutto dedicato all’opera miliare “Souvlaki”, con l’intreccio potente di basso e chitarre di “Alison”, la luminosa “When The Sun Hits” e il vortice di riverberi di “40 Days”.

E se tutto questo non fosse sufficiente, l’encore è pura estasi con i sussulti neo-psych di “Sugar For The Pill”, i brividi sulle delicate note folk e slowcore della minimale ed emotiva “Dagger” e la rivisitazione della “Golden Hair” di Syd Barrett, che vede Rachel spostarsi dietro le quinte dopo aver recitato la strofa introduttiva, lasciando campo libero ai compagni per l’imponente coda strumentale.
Fuori dal tempo e dallo spazio, gli Slowdive hanno ammaliato il pubblico con splendidi giochi di luce e visuals cuciti ad hoc, trasportandolo in un mondo sospeso tra sogno e realtà costruito sulle sfumature e i chiaroscuri dei loro brani. Musica celestiale per gli occhi, oltre che per le orecchie: un bel vedere e un bel sentire a cui l’impianto dell’Estragon Club ha reso giustizia in maniera eccelsa. Indimenticabile.

Setlist

Slowdive

Shanty
Star Roving
Catch The Breeze
Skin In The Game
Crazy For You
Souvlaki Space Station
Chained To A Cloud
Avalyn I
Sleep (Eternal cover)
Kisses
Alison
When The Sun Hits
40 Days

Encore

Sugar For The Pill
Dagger
Golden Hair (Syd Barrett cover)

Pale Blue Eyes

Takes Me Over
TV Flicker
Spaces
Motionless
Our History
Chelsea
Sister

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