E' morta la cantautrice e attrice francese Catherine Ribeiro. Si è spenta nella notte tra giovedì e venerdì in una casa di riposo di Martigues. Aveva 82 anni. Figura di grande rilievo della canzone francese sperimentale e impegnata degli anni 70, considerata l'erede di Léo Ferré, Ribeiro si dedicò anche al cinema: tra i suoi ruoli più celebri, quello in "Les Carabiniers" (1963) di Jean-Luc Godard.
Figlia di immigrati portoghesi nata a Lione era soprannominata la "pasionaria rossa" o anche "la sacerdotessa della canzone francese". Il suo rifiuto del music business e le sue scelte artistiche radicali la spinsero progressivamente ai margini dell'industria musicale e poi verso l'anonimato. “La bellezza ribelle di Catherine e la sua rabbia radicata infastidiscono il mondo dello spettacolo”, disse di lei Léo Ferré. “Libera e libertaria, senza mai accettare un clan rispetto a un altro”, si definiva lei nel 2018 in "Les Inrockuptibles".
Dotata di una voce profonda e intensa, Catherine Ribeiro ha iniziato la sua carriera di cantante a metà degli anni 60 come star yéyé, proseguendo il suo percorso su strade più sperimentali, fondando con Patrice Moullet la band Alpes, con la quale ha realizzato nove album. Tra le sue fan più accanite, anche Kim Gordon, la bassista dei Sonic Youth, che spiegò: "La voce di Catherine Ribeiro è incredibile, è sicuramente un'influenza per me". Le sue canzoni hanno testimoniato il suo fervente impegno politico al servizio di svariate cause: per la Palestina, per i rifugiati cileni, contro la guerra in Vietnam, per l'ecologia o anche contro il presidente della Repubblica francese Valéry Giscard d'Estaing.