Nel 2024, Lynch aveva rivelato che gli era stato diagnosticato un enfisema dopo una vita passata a fumare e che probabilmente non sarebbe più stato in grado di uscire di casa per dirigere. La sua famiglia ha annunciato la sua morte con un post su Facebook, scrivendo: "It is with deep regret that we, his family, announce the passing of the man and the artist, David Lynch. We would appreciate some privacy at this time. There’s a big hole in the world now that he’s no longer with us. But, as he would say, 'Keep your eye on the donut and not on the hole'. It’s a beautiful day with golden sunshine and blue skies all the way”. ("C’è un grande buco nel mondo ora che non è più con noi. Ma, come direbbe lui, 'tieni d’occhio la ciambella e non il buco'").
Autore di pellicole che imprimono ossessioni e perversioni, deformità e devianze, inquietudini e orrori, David Lynch ci ha confezionato un reale di percezioni deformanti avvinto in vortici onirici. Regista completo, Lynch si è imposto come uno dei talenti più rivoluzionari degli ultimi quattro decenni.
La serie televisiva "I Segreti di Twin Peaks" e pellicole dirompenti come "Velluto Blu", "Strade Perdute" e "Mulholland Drive" hanno segnato una nuova via al cinema americano, mescolando elementi di horror, noir, giallo e surrealismo classico europeo.
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David Lynch è stato anche un compositore e musicista. Quello tra le immagini e la musica è nella sua opera un binomio inscindibile. Al punto che l'espressione "atmosfere lynchiane" (per indicare suoni sospesi tra noir ed elettronica) è diventata un luogo comune della critica, abusato in migliaia di recensioni. Raffinato cultore di ogni genere - dal pop all'avanguardia - il regista di Missoula ha sempre considerato essenziale per la resa dei suoi film una marcata componente sonora: dagli esperimenti bizzarri di "Eraserhead", condotti in proprio al fianco dell'ingegnere Alan Splet, all'incontro decisivo con Angelo Badalamenti, autore di colonne sonore ormai storiche ("Velluto Blu", "Twin Peaks", "Mulholland Drive" etc.), dalla galleria di muse-chanteuse conturbanti (Isabella Rossellini, Julee Cruise, Chrysta Bell, Au Revoir Simone), al flirt col rock sulle Strade perdute (Bowie, Reznor, Smashing Pumpkins) fino alla parata di stelle sul palco del Roadhouse nel ritorno a Twin Peaks e agli album firmati in proprio ("Crazy Clown Time", "The Big Dream") con il supporto di nuove icone pop approdate alla sua corte (Karen O, Lykke Li, Trentemoller).