La storia di Tara Jane O'Neil è la storia di tanti autori contemporanei che partiti dal "rumore" degli esordi man mano si sono infatuati delle atmosfere care al folk o comunque alle emozioni che può dare una semplice chitarra acustica, esempi possono essere Robin Proper-Sheppard che dopo la parentesi (tristemente) chiusa con i God Machine ha intrapreso l'affascinante avventura Sophia oppure Geoff Farina che abbandonati i Karate si è dato ad una personale rilettura del blues, e la O'Neil che dopo l'unico album dei Rodan "Rusty" (mattone che insieme a "Spiderland" degli Slint ha inventato il post-rock) ha intrapreso un percorso che passando per le Retsin è arrivato all'"intimità" della sua carriera solista.
Giunta alla sua seconda prova ad un anno dall'affascinante "Peregrine", Tara Jane O'Neil con "In The Sun Lines" conferma tutta la sua abilita nel dare forma a spettrali quanto ovattate pillole di post folk, cantautrice che riesce a far convivere il folk tradizionale con gli accordi "sospesi" cari al post rock, praticamente Joni Mitchell che incontra gli Slint (oppure i "suoi" Rodan) senza far rimpiangere sia l'uno che l'altro. Come successo per l'album precedente Tara ama contornarsi di amici, amici come Ida Pearle degli Ida che nella traccia che apre l'album, "The Winds You Came Here", disegna trame affascinanti di violino che vengono sostenute con grande perizia e dolcezza dalla chitarra e dalla voce di Tara, in "Your Rats Are" è l'altro Ida Dan Littleton a duettare alla voce con la O'Neil dando un tocco di suggestività a questo attraente episodio folk, altro pregevole intervento è dato da Rachel Grimes dei Rachel's che in "Sweet Bargaining" regala delicati tocchi di pianoforte per un episodio che sembra uscito direttamente da "Hejira" di Joni Mitchell, mentre "High Wire" dopo l'intro simil-jazz consente a Tara di esprimere tutta la sua "confidenziale" vocalità.
Nell'album fanno capolino anche episodi strumentali come "All Jewels Small" è soprattutto il mantra di "A Noise In The Head" che in compagnia di Samara Lubelsky sua vecchia amica nel progetto Sonora Pine chiude un album che conferma tutta la grazia di quest'autrice in grado di sedurre ed incantare come solo in pochi possono.
25/10/2006