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I Fall sono ancora vivi, sono in forma, e probabilmente non c’è stato momento migliore per riscoprirli, ora che un gruppo sì e uno no si rifanno a uno stile di rock che loro stessi hanno contribuito a forgiare — e meno male che nessuno fa granché caso al fatto che siano venticinque anni e più che Mark E. Smith e compagnia sono in giro, ché se fossimo tutti appena appena più cattivi li considereremmo dei dinosauri (come gli Wire o i Pere Ubu), daremmo loro la sufficienza e tutti a casa.
Invece, è il caso di segnalarlo, che è uscito un altro album dei Fall, l’ennesimo, ed è fatto di: rock, elettronica, momenti musicalmente affascinanti, altri fatti di cazzeggio puro, e la presenza di Smith che blatera come fa da sempre, sempre in bilico tra il parlarsi addosso e lo scolpire sentenze storiche nella roccia. Il bello, come si diceva, è che questa incarnazione dei Fall è una delle migliori, e rifà in chiave appena appena più moderna le stesse cose che le sue versioni più antiche facevano all’inizio degli anni 80, pertanto non potrebbe suonare più al passo coi tempi attuali di così. Prestate orecchio alle prime tre tracce dell’album per farvi un’idea: "Green Eyed Loco Man" è costruita su un impianto elettronico, "Mountain Energei" è indolente pop-rock, "Sparta F.C." ("English Chelsea fan this is your last game/ We’re not Galatasaray, we’re Sparta F.C") è fresca e incalzante. Su questi tre registri è costruito tutto il resto dell’album, con i momenti migliori, per quel che ci riguarda, concentrati nelle tracce più "tirate", come "Contraflow", "Open the Boxoctosis #2" o "Proteinprotection".
Non mancano le pause, come in "Loop 41 Houston", cover di un brano di Lee Hazlewood (!) o "Janet, Johnny + James", né le sorprese, come la conclusiva "Recovery Kit", che sembra uscita dal canzoniere dei New Order.
Rileggendoci, però, ci sembra di avere scritto fin troppo: l’ideale sarebbe stata una recensione scritta più o meno così: "È in circolazione un nuovo album dei Fall, è molto bello e vale la pena di ascoltarlo". C’è poco altro da spiegare, chi ha orecchie per intendere intenda.
(27/10/2006)