Willy Mason

Where The Humans Eat

2005 (Virgin)
country-folk

Willy Mason ha solo vent'anni e certo non lo si direbbe ascoltando il suo esordio discografico: Willy possiede una voce cresciuta e idee molto chiare su come un disco debba e riesca a non suonare monotono.
Questo indegno prodotto degli anni Novanta non è certo venuto su a Topexan, "Teen Spirit" e Nirvana, ma, piuttosto, a pane di grano duro, polvere e Leonard Cohen. E meno male...
Entrato nelle simpatie di Bright Eyes, che decide subito di farne il suo nuovo compagno di sbronze (illegali perché Willy non potrebbe ancora bere) e portarselo in tournée per fargli aprire i concerti, Willy Mason riesce subito ad attirare l'attenzione di su sé, ritrovandosi ben presto a fare da supporto a, tra gli altri, Rosanne Cash ed Evan Dando.
È proprio durante queste sue esibizione che, l'anno scorso, qualcuno dell'emittente inglese Bbc1 decide di far entrare in rotazione "Oxygen", unico brano ufficialmente registrato all'epoca, spingendo poi il Nostro a incidere un album completo.

L'album è registrato a New York da Tom Schick. Willy suona gran parte degli strumenti, affidando le parti di batteria a suo fratello minore Sam, e saranno proprio i tre a produrre il disco, senza bisogno di interventi e opinioni esterne, facendo di "Where The Humans Eat" un disco estremamente casaligo, come si avverte anche dal booklet che, invece di contenere testi che trattano più di vari disagi universali che piccole paranoie generazionali, contiene ritratti di animali domestici e disegni dai tratti infantili.
Il tradizionale folk americano scorre in questo disco dalla prima all'ultima traccia, attraversando le canzoni e caratterizzando gli umori.
L'iniziale "Gotta Keep Movin'" ha qualcosa di aggressivo nei confronti dell'ascoltatore, con la musica veloce e ripetitiva, ma forse è solo un modo per attivare l'attenzione su quello che Willy ha da dirci con l'orecchiabile "All You Can Do".
"Still A Fly" sembra quasi una filastrocca, mentre l'intima "Where The Humans Eat" - esclusivamente voce e chitarra classica - ci presenta un'ironia velata e inaspettata: finalmente qualcuno che, mentre canta, sorride!
L'anacronistica "Fear No Pain" sembra arrivarci direttamente dalla lontana epoca in cui si "cantava in un barattolo". "Hard Hand To Hold" arranca, ma solo perché lo richiede il testo, mentre "Letter #1" potrebbe tranquillamente essere esibita durante uno spettacolo a Broadway.
Un altro episodio intimista si ritrova in "Sold My Soul". Bella la blueseggiante "Our Town", trascinante "So Long", scarna e graffiante la già conosciuta "Oxygen".
La chiusura dell'album è efficacemente affidata a "21st Century Boy", canzone suffusa, dopo la quale sta bene solo il silenzio.

Questo ragazzo del 21° secolo si rifà molto al buon vecchio folk d'autore.
In attesa di una seconda prova che ci spieghi se si tratta di bravura o di fortuna del principiante, noi apprezziamo e, intanto, teniamo d'occhio.

Tracklist

  1. Gotta Keep Movin
  2. All You Can Do
  3. Still A Fly
  4. Where The Humans Eat
  5. Fear No Pain
  6. Hard hand To Hold
  7. Letter #1
  8. Sold My Soul
  9. Our Town
  10. So Long
  11. Oxygen
  12. 21st Century Boy

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