La Francia e l'hip-hop: un ottimo connubio, almeno a giudicare dal poco che conosciamo. Un gioiello del jazz-rap ("Prose combat", MC Solaar 1994), un capolavoro post-rock/hip-hop fuori dal mondo ("#3", Diabologum 1996) e i particolarissimi esperimenti indie-hop che ne sono discesi (Éxperience, Programme).
E oggi, Angil & The Hiddentracks.
Gli Angil & The Hiddentracks sono, più che un gruppo comunemente inteso, un collettivo i cui membri sono sparsi per il Paese. A capitanarlo è Mickaël Mottet, vocalist e autore di melodie e testi.
Ambizioni non certo modeste, quelle che li animano: tra le trame melodiche del disco si celano rimandi a Raymond Queneau e Georges Perec (nei testi manca la "e", nelle partiture l'accordo di mi!) e l'impianto musicale è una via di mezzo tra jazz, cantautorato folk del più malinconico, musica da camera e le ultime tendenze dell’hip-hop underground, specie di marca Anticon.
Troppa carne al fuoco? La sincerità con cui Mottet scandisce i versi, l'atmosfera tra l'intimista e il festoso tolgono ogni dubbio circa l'artificiosità della formula. "Oulipo Saliva" è un disco caldo, vivo, delicato.
È così che “Narrow Minds” si sviluppa, tra cantato/rap esitante (Why?, Fog, ma ancora più entrambi con gli Hymie's Basement) e trame di fiati (Beirut? Neutral Milk Hotel?), con tanto di applauso finale. “In Purdah” è invece un leggero tema d’archi, echi a canone, progressivi giochi d'incastri e sospensioni.
Di pezzi forti ce ne sono in abbondanza. Pianoforte sfrontato e battiti di mano: “Took No Drugs Had No Drink”, e potremmo giurare che i Subtle abbiano deciso di scambiare Doseone con Why? (peraltro Mottet rappa in un ottimo inglese). O “Trying to fit”, in odore di Soul Coughing: un locale fumoso d’altri tempi, fuori dalla finestra è una giornata piovosa. Piacevoli anche le prove più schierate sul versante indie-pop, come la sbilenca “Left Trip To Mars; resta la sensazione, tuttavia, che i nostri diano il meglio proprio quando provano a unire le influenze più lontane.
Qualcosa è ancora da mettere a fuoco, ma “Oulipo Saliva” è indubbiamente originale e promettente: un raggio di sole nella scena odierna. Dalla Francia una nuova direzione per l'indie-hop: chi la seguirà?
18/01/2008