Saranno quei capelli biondi, la delicatezza nel raccontare i tormenti del cuore, o l'ancora acerba ma già decisa voce di luna che fanno della giovanissima Basia una delle più credibili epigoni dell'immensa Joni Mitchell. Non che questo debba per forza essere il punto di partenza per un'analisi del disco d'esordio di una giovane cantautrice canadese, ma il paragone vuole solo essere un incentivo in più per andarsi a cercare questo disco. Che, siamo certi, se fosse uscito trenta anni fa per essere poi riscoperto oggi dal Jim O' Rourke di turno, avrebbe fatto urlare al miracolo gli esperti di Mojo.
In effetti, fin dalla copertina di “Oh My Darling”, Basia sembra uscita da un'altra epoca: quel cappello demodè da folletto e lo sguardo senza trucco la proiettano in passato remoto oggi tornato attuale più che mai dopo il successo inaspettato di un hippie come Devendra Banhart. Ma rispetto alla combriccola del protetto di Michael Gira, Basia Bulat sembra prendere le distanze. Quantomeno per quanto riguarda le stravaganze, che forse finiscono con il suo cappello. La sua musica è tutt'altro che naif ed eccentrica.
Le canzoni di “Oh My darling” sono state arrangiate e registrate seguendo le regole del miglior folk anglosassone, con tanto di orchestra a seguire le linee del pianoforte. Nonostante gli studi di registrazione siano stati quelli oramai stra-famosi dell'Hotel2Tango di Montreal, casa di Silver Mt Zion e Arcade Fire, l'esordio della Bulat potrebbe essere nato tra le pareti dei mitici Apple Studios di Londra con Joe Boyd (Incredible String Band, Martin Carthy, Nick Drake, John Martyn, Fairport Convention, Richard Thompson, etc.) a dare consigli. L'incipit del disco non lascia dubbi a riguardo della sincerità di Basia che in “Before I Knew” intona con disincantata lucidità i tomenti del suo cuore: “Oh, it was the first time I fell in love/ the first time I felt my heart/ it was the first time I sang out loud all through the night/ but before I knew I was lost, before I knew I was a prisioner/ and I still can't find a way to make it right”.
(12/04/2007)