A circa sei mesi dall’imponente “Words Are Missing”, giunge senza preavviso il quinto lavoro di Antye Greie-Fuchs, “Dance Floor Drachen”. Oltre alla pura musica presente in queste tracce, nella genesi dell'album si nasconde un concept dalle fattezze ambiziose. Innanzitutto non si tratta di una pubblicazione usuale, ma di un lavoro progettato, congegnato, scritto, composto per essere pubblicato solamente in formato digitale in una sezione apposita, sul sito personale della stessa AGF. Come da testuali parole dell’artista, l’album non è stato realizzato e solo successivamente reso disponibile, anzi, l’idea di partenza è stata quella di adoperare i titoli delle tracce per lasciare un messaggio. Dunque, se li si legge dal primo all’ultimo, si ottiene: ”If you consider, than reconsider, ripping this track for free, you might slowly turn impotent, (because) this is reduced beauty from a Nazi Stalinist successor”. Pare perciò evidente che in origine sono nati i titoli e solo successivamente la musica.
Oltre a questa trovata molto spiritosa, l'opera sottende un intento decisamente più profondo: quello di dipingere uno sfondo vagamente introspettivo sul tema della fruibilità musicale nel 2008. Non si tratta solo di riflessioni sul cambiamento dei supporti con cui si usufruisce del prodotto musicale, ma il discorso si fa più ampio e va a minare il solido concetto di possesso generalizzato, come a volerlo trasformare in una nozione più astratta. Domande come: ”Possederemo la musica che compriamo o scarichiamo?”, o ”Posseggo la mia musica?”, sono quesiti che l'artista pone a se stessa e agli appassionati che si avvicinano alla sua arte.
“Dance Floor Drachen” si occupa di sviscerare il lento cambiamento della percezione del possesso e lo fa non con proclami urlati ai quattro venti, bensì attraverso un’operazione studiata per essere silente e strutturata, lasciando alla controparte lo sfizio di percepire il messaggio nella sua interezza.
Quando una pubblicazione discografica ingloba spunti di riflessione, può talvolta riservare sorprese (negative) dal punto di vista strettamente musicale, ma per fortuna questo non avviene in questo caso, poiché la passione riversata da Agf nella sua musica trascende ogni possibile intento intellettualoide.
“Dance Floor Drachen” si discosta in parte dalle sembianze non certo accomodanti di “Words Are Missing”. Nonostante l’ormai usuale lavoro di sperimentazione sulle possibilità timbriche della voce, AGF questa volta scarta cavillosi sviluppi avant per dare spazio a ritmi e strutture più ariose. Il concepimento di questo disco passa per l’idea di voler registrare pattern vocali a cui sovrapporre semplici ed essenziali beat, privi di musica o strumenti aggiuntivi. Inoltre, molte delle tracce qui presenti sono state cesellate riesumando vecchi scampoli di composizioni condivise con altri artisti.
L’iniziale “If You” - la traccia è stata scritta nel 2001 per Vladislav Delay e mai pubblicata - anticipa già questa impostazione, visto che si basa su un pattern timbrico molto regolare e su battute secche. Nello sviluppo della traccia appaiono scuciture rumorose che squarciano una costanza fino a quel punto soltanto immaginata. Vera e propria apertura dell’album, la traccia recita la frase a cui si fa riferimento poc’anzi, rivelandosi un portale d’ingresso all’intera opera.
“Consider” nasce da una improvvisazione ottenuta con radiaL (live software prodotto da Cycling 74) ed è uno splendido quadretto spumeggiante, leggermente improvvisato e schizofrenico. “Than Reconsider” incastra un appeal molto minimale ma non tedioso, sul quale le pulsioni veleggiano con fumosa velocità. La voce rappresenta, come al solito, uno strumento accessorio che pare anch’esso programmato attraverso un software specifico, tanto che l'asetticità che potrebbe riscontrarsi in essa non ha certo una connotazione negativa, anzi la placidità con cui si distende nelle membra delle composizioni è contagiosa. Ispirata da alcuni sample tratti una scena aerea di un film di Hollywood (non è dato sapere quale), “Ripping This Track” è animata da un impeto disconnesso, capace di trasportare in un gorgoglio di scampoli digitali da epilessia sensitiva. “For Free” si basa su alcuni field recording registrati nel marzo 2008 davanti alla nona strada di New York, testimoniando la placida progressione di una comune giornata urbana. “You Might” esplode e si racchiude in flussi pericolosamente vertiginosi e nasce come remix di una composizione originariamente scritta per un film di Sue.C.
“Slowly” è un rifacimento di “Tunesia”, traccia composta a quattro mani con Vladislav Delay, e pare la sonorizzazione per un teatrino digitale andato in cortocircuito, “Turn Impotent” è una commovente narrazione in presa diretta, in cui suoni e contorno fanno da scenario per una confessione a tratti urlata, altrove sommessa e docilmente sussurrata. “(because) This Is” agisce con folle ripetitività nei meandri più nascosti della percezione uditiva, la frase “This Is” viene incrociata fra decine di piani d’esecuzione accoppiando un beat deciso e muscoloso, fino al raggiungimento di un risultato di ipnosi futurista.
“Reduced Beauty” rimaneggia la traccia "You Stop" presente nel capolavoro “Westernization Completed” del 2003 e, nonostante i cambiamenti, la poliritmia che ingabbia gli sguscianti deflussi vocali di quel glorioso frangente mostra ancora tutto il suo splendore. La conclusiva “From A Nazi Stalinist Successor” rappresenta infine la discesa negli inferi sotto forma di cronaca astratta.
Opera fortemente concettuale ma non per questo carente dal punto di vista musicale, “Dance Floor Drachen” conferma ancora una volta la statura artistica di Agf, sviluppando spunti ancora una volta inediti, distogliendo l’attenzione da trend stantii per suscitare invece riflessioni finora mai veramente approfondite a dovere.
10/10/2008