Arcana - Raspail

2008 (Kalinkaland)
gothic
6.5

Salutiamo con piacere il ritorno sulle scene degli Arcana, 3 anni dopo l'ultimo album "Le Serpent Rouge", opera che sembrò segnare una svolta sorprendente (ma neanche tanto) nella carriera della gloriosa band guidata da Peter Pettersson-Bjargo. Una svolta che in definitiva non faceva che rimarcare il pesante debito del musicista svedese nei confronti dei maestri Dead Can Dance. Per intenderci, "Le Serpent Rouge" sta alla carriera degli Arcana come "Spiritchaser" sta(va) a quella dei Dead Can Dance. E dunque suggestioni etniche e notti stellate in pieno deserto, più che cupe sinfonie gotiche.

Da allora, Peter e compagni (la band si è ora allargata a 5 elementi), hanno affrontato difficoltà e impedimenti che hanno giustificato il prolungato silenzio: trovata una nuova casa presso la delicata label tedesca Kalinkaland (gestita da Harald Lowy dei Chandeen), gli Arcana si son potuti finalmente rimettere al lavoro con serenità e, perfezionisti, hanno cesellato con cura maniacale il loro nuovo parto, la cui uscita è stata rimandata per mesi. Ed ecco dunque che con questo "Raspail", splendidamente prodotto e impacchettato, gli Arcana riprendono una volta per tutte le fila del loro discorso. Lo fanno con scarso coraggio e molto - apprezzabile - mestiere.

Dopo la sbornia mediorientale del precedente lavoro, Peter e compagni tornano prudentemente sui propri passi, facendo un uso assai più moderato di strumenti e percussioni etniche e rispolverando i lussureggianti arrangiamenti e soprattutto gli intrecci lirici e canori di capolavori quali "Dark Age Of Reason", "Last Embrace", "We Rise Above" o "Innocent Child". Tappeti di tastiere, canzoni che si distendono con naturale maestosità, canto maschile/femminile di grande profondità ed eleganza, insomma tra gotico e neoclassico, come da manuale. Il risultato è un album che rimastica territori già consumati, prevedibile in ogni suo - piacevolissimo - momento, ad eccezione forse di alcune riuscite pause meditative e di improvvisi precipizi di depressione cosmica dominati da un pianoforte inquieto e avvolto nel buio. Punte di oscurità in un album che è forse il meno cupo della loro carriera, nonchè forse il più curato dal punto di vista estetico, incluso il meraviglioso digipak.

Languidamente, dunque, "Raspail" compie il suo elegante percorso; la gradevolezza dell'insieme è innegabile, l'ascolto scorre via piacevole e avvolgente, l'abilità sonora di Pettersson e soci fuori discussione. Quella compositiva, invece, sembra tenuta quietamente al minimo sindacale. Scintillanti e raffinati come da costume, gli Arcana tornano fermamente a credere in un suono che loro stessi sembravano voler abbandonare, un suono che sempre meno va di moda, anche negli ambienti dark.
Tipico prodotto della fase "matura" di una band che si è meritata ampiamente lo status di classico - pur con tutti i suoi già evidenziati debiti verso Brendan e Lisa - "Raspail" è un compitino svolto a occhi chiusi, forte unicamente della sua infinita e indiscussa classe. Anche questa, come tutto il resto, prevedibile.

01/04/2008

Tracklist

  1. Abrakt
  2. Sigh Of Relief
  3. Invisible Motions
  4. Outside Your World
  5. Parisal
  6. Autumnal
  7. Out Of The Grey Ashes
  8. Lost In Time
  9. In Remembrance
  10. Circumspection

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