Riferimenti nobilissimi, e obiettivo dichiarato fondere Rhys Chatham e pop.
L'album è articolato in quattro momenti e punta su una non indifferente macchina da suono, con la chitarra, tono principale, impegnata a sfoderare varietà timbrica. Le filigrane armoniche, che fanno da linea guida, vengono squassate da rigurgiti al sapor Branca ("Flocks I"), prendono a deviare in virate post ("Flocks III"), non dimenticano la lezione krauta.
Il linguaggio colto si sposa alla paesaggistica: gli affreschi sono un viaggio in volo da alba a tramonto. La sveglia di arpeggi e manipolazioni elettriche di "Flocks I" porta alla mente dei Black Dice "puliti", prima del decollo a suon di schitarrate; i due brani centrali sono un unico corpo a trotto e galoppo via cielo, che sublima in un crescendo epico; "Flocks IV", più lineare, è l'uscita di scena.
Scandito dalla batteria, sottolineato emotivamente dalle tastiere, sfaccettato dalle manipolazioni elettroniche, il viaggio chitarristico trova una sua compiutezza. Per raggiungere la musica leggera si sale sul treno dei Tortoise, portando in scena una versione più oltranzista, meno contaminata.
Pur tenendosi ancora lontani dall'originalità, i Collections Of Colonies Of Bees sono vicini al trovare una dimensione propria, forti della loro coesione sonora. Il loro "Birds" è album sinceramente interessante, seppure solo a tratti realmente coinvolgente.
(22/01/2008)