Nel panorama musicale italiano, dire Sicilia fa subito pensare agli Uzeda, alla Catania etichettata qualche anno fa quale Seattle nostrana, a un’attivissima scena dal vivo e a band impegnate in ambiti sonori estroversi, in prevalenza rivolte a sviluppi più o meno “rock”.
Dalla Sicilia proviene invece anche qualcosa di completamente diverso, avente scarsi riscontri comparativi tra le produzioni nazionali e rivolto a una personale interpretazione di essenziali sonorità elettronicamente processate. Non è un caso, infatti, che questo lavoro di Giuseppe Cordaro, artista agrigentino trapiantato a Milano, veda la luce su una prestigiosa etichetta “di culto” quale la Moteer, luogo d’elezione per il minimalismo elettroacustico dei suoi principali artefici, gravitanti intorno ai progetti Boats e Remote Viewer.
Ed è proprio l’attitudine a un rigoroso minimalismo elettroacustico a trasparire fin dal titolo di questa prima uscita “ufficiale” di Cordaro, sotto il curioso ma efficace alias Con_Cetta, già utilizzato per un album in free download, reperibile presso la netlabel Zymogen.
“Micro” presenta da subito le proprie credenziali, introducendo in un’atmosfera raccolta e notturna, il cui incedere ipnotico è cadenzato da lente note di piano, inframezzate da pigolii elettronici. Non tragga però in inganno la pur ottima “Ker”: nonostante qualche aderenza in termini di sensibilità, non siamo in presenza dell’ennesimo lavoro di modern classical alla Library Tapes, poiché l’ampiezza dello spettro compositivo e strumentale di Cordaro si rivela gradualmente attraverso una morbida densità elettroacustica, caratterizzata da suoni più corposi, il cui calore brulica sotto la superficie apparentemente brumosa creata dai loop sintetici.
Su questo equilibrio si sostiene un po’ tutto il lavoro, oscillante da un lato tra iterazioni sonore e accenni sognanti, a tratti persino giocosi (come quelli disegnati dai gentili tocchi di xilofono di “Enonenia”), e, dall’altro, pervaso da palpitanti pattern elettronici, che pian piano si trasformano, prendendo infine il sopravvento prima in senso ambientale, attraverso la stratificazione di frammenti melodici (“Shown Anatomicophysiologic”, “Capripede Satyr”), e poi arrivando ad assumere increspature improvvise, sotto forma di gelidi glitch e di battiti che vanno quasi in direzione di un’idm liquida e notturna (“Vermiglia”) oppure fanno da semplice contrappunto alle raffinate dilatazioni di fondo (“XX”).
Orientato in senso moderatamente più sperimentale rispetto alle abituali uscite di casa Moteer, “Micro” riesce a coniugare in maniera equilibrata tessiture sonore concrete, non prive di delicate reminiscenze a certa folktronica giapponese, con un più marcato approccio elettronico, che accosta sonorità più impervie a dilatazioni e suoni acustici processati secondo lo stile “incrementale” dell’artista siciliano.
A costo di ripetersi (da ultimo nei casi di Netherworld ed Enrico Coniglio), questa produzione e l’interesse da essa suscitato in un così importante contesto internazionale sono l’ennesima riprova di come in Italia si realizzino ancora con passione valide creazioni artistiche, nonostante la scarsa attenzione di pubblico e operatori del settore. Può darsi che anche l’ottimo Cordaro andrà incontro al destino di non essere profeta in patria, tuttavia il semplice ma curatissimo “Micro”, anche grazie al marchio Moteer, ha senz’altro le carte in regola per diffondere su più vasta scala il suo minimalismo elettroacustico dal cuore mediterraneo.
PS: a riprova dell’apprezzamento conseguito dalle sue composizioni, all’album sono allegati nove remix di brani di Cordaro ad opera di artisti della “famiglia allargata” della Moteer (non solo Boats e Remote Viewer ma anche Part Timer, Brael e Fjordne)
28/07/2008