Con ferite ancora sanguinanti per la devastazione provocata dall’uragano Katrina, aiuti promessi ma mai arrivati ecc., New Orleans è la città di Mac Rebennack, in arte Dr. John, ancora una volta protagonista di un riuscito album dove, come sempre, i sapori musicali speziati di quel posto unico al mondo trovano casa in un particolarissimo melting pot musicale: jazz, voodoo, soul, funky, blues, rock, americana, zydeco, cajun, rhythm’n’blues e quant’altro ancora.
Ma al di là dell’inconfondibile sound di Mac, ciò che colpisce profondamente di "City That Care Forgot" è l’impegno politico serio, che ha spinto qualcuno a definirlo uno degli album di denuncia più duri e importanti degli ultimi anni. Dura la critica verso il governo Bush e la sua distrazione di fondi per il massacro compiuto dall’uragano in favore di un massacro generato, come quello in Iraq.
Comunque la si pensi sull’argomento, è giusto sottolineare l’approccio inedito di Doc alla “protest song” di grande tradizione in America. Un approccio che, in un brano come “Time For A Change” (dove svetta la chitarra straordinaria di Clapton), raggiunge quasi vertici dylaniani. Nei complessi testi di “You Might Be Surprised” l’amministrazione di Dubya (Bush) viene stretta da attacchi violenti e accusata di tremende responsabilità. Ma altrove, come nella bellissima “My People Needs A Second Line”, Mac raggiunge livelli così soulful da commuovere.
Proseguendo nella sua fortunata ricetta musicale, Mac Rebennack invita anche per questo suo appassionato “City That Care Forgot” ospiti straordinari, tra i quali spicca Eric Clapton, che con l’inconfondibile Stratocaster tinge di blues ben tre canzoni, poi Willie Nelson, Terence Blanchard e Ani diFranco.
Nulla di nuovo, si diceva, nella ricetta che Mac propone da quando ha dismesso l’alter ego “The Night Tripper”. Ma scusate se è poco…
(12/08/2008)