Earth

The Bee Made Honey In The Lion's Skull

2008 (Southern Lord)
psichedelia, doom

Aperto da "Hex, Or Printing In The Infernal Method", il nuovo corso (psichedelico e desertico) della band di Dylan Carlson sembra già arrivato alla frutta con questo "The Bee Made Honey In The Lion's Skull", opera quanto mai ripetitiva e priva di ispirazione.

Lo confesso: dopo l'assaggio scadente di "Hibernaculum" (che, tra l'altro, rileggeva tre vecchi classici) non mi ero fatto molte illusioni sul prosieguo dell'avventura; ma, come si dice, la speranza è sempre l'ultima a morire. Peccato solo, però, che già dopo il primo ascolto le sensazioni siano state tutt'altro che positive, salvo poi rivelarsi sempre più fosche.

Complessivamente, infatti, i sette brani qui presenti scivolano via senza troppi clamori in un limbo di stordimento e noia. Ecco, quindi, succedersi come in una stanca, risaputa processione la desert-music intrisa di miraggi Morricon-iani di "Omens And Portents I: The Driver", le atmosfere trasognate di "Rise To Glory" e quelle moderatamente più enfatiche di "Miami Morning Coming Down II (Shine)".

L'effetto è insieme ipnotico e ottundente, con la band impegnata nel tratteggiare confini liquidi, visioni sconfinate, meriggi abbacinanti e quant'altro possiate catturare, magari con l'aggiunta di qualche gustoso additivo. Peccato solo che queste cose abbiano già trovato una degna rappresentazione in quell'"Hex..." che ormai si pone come pietra di paragone necessaria, soprattutto in questi tempi di magra in cui, mentre Carlson & co. si mordono la coda ("Engine Of Ruin", "Omens And Portents: Carrion Crow") noi finiamo per mostrare i primi, sacrosanti sbadigli, mentre ci aggrappiamo a qualche delicata nota di pianoforte per tirarci un po' su ("Hung From The Moon").

Poi, certo, la title track possiede il fascino di un requiem: peccato solo che sembra di sentire sempre la stessa sequenza di accordi, un po' come quell’amico che ti racconta per l'ennesima volta la solita storia e tu, solo per malcelata educazione, non lo mandi a quel paese.

Massimo rispetto per una band che ha marcato a fuoco la storia del rock, ma questo disco è del tutto prescindibile.

22/01/2008

Tracklist

  1. Omens And Portents I: The Driver
  2. Rise To Glory
  3. Miami Morning Coming Down II (Shine)
  4. Engine Of Ruin
  5. Omens And Portents II: Carrion Crow
  6. Hung From The Moon
  7. The Bees Made Honey In The Lion's Skull

Earth sul web