Una manciata di Ep e, successivamente, l'album di debutto "Volcano" avevano rivelato l'essenziale delicatezza chamber-folk dei ravennati Comaneci e la voce suadente della loro cantante Francesca Amati. Nei due anni intercorsi dall'esordio sulla lunga distanza, la band ha maturato numerose esperienze dal vivo in giro per l'Italia, che le hanno permesso incontri e contatti con altri esponenti dell'universo indipendente nazionale e nel frattempo ne hanno ridisegnato il progetto artistico, adesso stabilizzatosi e ridotto a un semplice duo, con il solo Glauco Salvo a supportare le timida grazia interpretativa della brava Francesca.
Accanto a loro due, in questo secondo "You A Lie", gravitano numerosi altri musicisti, tra i quali spiccano Bob Corn, Pete Cohen degli indimenticati Sodastream (entrambi ormai italiani d'adozione), Mattia Coletti e Bruno Dorella, il quale ultimo ha anche presieduto alla produzione del lavoro.
Più essenziale nella struttura basilare della band, così come nella scrittura delle canzoni, "You A Lie" presenta undici concisi bozzetti nei quali tuttavia alla linearità degli accordi acustici e delle melodie corrispondono alcune inedite divagazioni, sotto forma di lievi accenni rumoristi, scarne miniature pianistiche e inquieti riverberi tra chitarre e archi.
Analogamente, anche le tonalità si fanno lievemente più aspre rispetto all'uniforme dolcezza dell'esordio, in parte per l'incostante presenza di melodie volutamente disorganiche, in parte per la maturazione interpretativa della Amati, al solito deliziosa in particolare nei passaggi più fluidi ("Satisfied Girl", "Promise") e ormai in grado di discostarsi quanto basta dai consolidati modelli Cat Power e Hope Sandoval.
I brani che ne risultano alternano il passo vellutato di atmosfere suadenti con increspature elettriche e flebili dissonanze ("Not", "On My Path"), che però affiorano spesso improvvise, in veste quasi di variazioni necessitate e dunque non tali da delineare modalità espressive in grado di discostarsi effettivamente da una superficie compositiva sempre delicata ma che talora mostra la corda di una certa eccessiva piattezza. Anche per questo, è proprio laddove gli elementi "di contorno" si affacciano con maggior decisione che la resa del lavoro risulta più convincente: è il caso dei frizzanti inserti di banjo di "Satisfied Girl" e "Radiation" e del romanticismo di "Sleep Baby Sleep", con il suo sobrio accompagnamento d'archi.
"You A Lie" denota senz'altro la ricerca, da parte del duo ravennate, di una definizione stilistica più sofferta e finalizzata a travalicare le dolcezze chamber-pop dell'esordio. Tuttavia, la partecipazione al lavoro di collaboratori e produttori esterni ha in parte snaturato l'essenza fragile e sottilmente malinconica dei Comaneci, che sembrano aver perso in spontaneità quanto guadagnato in termini di cura e ricercatezza di soluzioni.
Un lavoro gradevole, ma ben probabilmente indice di una transizione non ancora del tutto compiuta nel percorso evolutivo che per intanto accoglie Francesca e Glauco nell'ambito di un certo tessuto indipendente italiano, offrendo loro degli spunti che dovranno metabolizzare per valutare se davvero possano aggiungere qualcosa all'essenza della loro musica.
08/12/2009