Kaufman

Dediti al ripescaggio del college-rock americano, i bresciani Kaufman, all’esordio con questo “Interstellar College Radio”, hanno ben poco da dire, inutile girarci intorno.
I poster di Lemonheads, Rem ma anche Dinosaur Jr. affissi sulle pareti delle camerette, ma insufficiente capacità di rinnovarne adeguatamente i fasti.

Eppure, “Smile Smile Smile”, il brano iniziale, sembrava almeno promettere una gita nel passato con qualche bel momento di puro abbandono. Spensierato e accattivante, quel brano, infatti, aveva il sapore della giovinezza per sempre perduta, un ritornello orecchiabile, le chitarre dondolanti, una ritmica solida e una voce che pareva invitarci a non affannarci troppo. Ma, ahimè, di fuoco fatuo si trattava.

Da quel momento in avanti, infatti, il disco andava clamorosamente calando di intensità. Ripeteva, in parte, il giochino in “Skeleton Marmelade”, ma, poi, iniziava a cullarsi in un vuoto di idee davvero spaventoso. Fermo restando che di ballate d’ordinanza quali “Don’t Blame”, “Butterflies” e “Clothes On The Ground” si potrebbe tranquillamente fare a meno, cosa abbiano di interessante “Empathy”, “Bubblegum” e “Spiders” (quest’ultima, con parvenze electro-pop) si fa davvero fatica a comprenderlo.

Non credo sia un nostro problema. Piuttosto, ritengo che questo disco sia l’ennesima dimostrazione di come, troppo spesso e volentieri, si finisca per confondere il mero artigianato con il vero talento.

23/07/2009