Nel folgorante inizio ("Red Oak Way"), tra Deerhunter e Animal Collective, si consuma la perfezione di chitarre velate che si stendono gradualmente, tra un canto sussurrato e varietà percussive di stampo Xiu Xiu. Vagando fra sentori shoegaze ("Quicksand") o strani incroci tra dream-pop e slowcore ("These Years"), ci si imbatte in nenie pop di dolcezza senza pari ("Different Mirrors"), come fossimo dalle parti degli Arcade Fire declinati al verbo dei Low.
Ma ciò che sorprende è l'ampiezza di riferimenti: i beat digitali di "Sunday Night" aprono la strada al pop a colpi di laptop, i sette minuti di "Antoine" rappresentano un soave riferimento allo shoegaze meno tetro e rumoroso, la title track è una distensione ambientale degna del miglior Schnauss, mentre i tocchi electro-dream-funky della conclusiva "A Threaded Needle" rappresentano la giusta chiusura per un disco che affascina.
Tra versi sghembi, frivolezze psych, rigurgiti post-punk e spirito da dopoguerra, "The Floodlight Collective" regala, pur nella sua acerbità, tre quarti d'ora di insano divertimento. Respirando i tepori degli ultimi Animal Collective e unendovi gli umori più dreamy di marca Deerhunter, i Lotus Plaza hanno saputo forgiare un disco non pretenzioso, ma che sfiora corde di pura poesia.
(23/03/2009)