Chissà se questa sarà la volta buona perché, nell'accingersi a parlare di un nuovo disco realizzato da Francis M. Gri, si possa finalmente omettere la premessa circa il suo retroterra artistico in ambito gothic-dark. Onde evitare di ricadere, pur involontariamente, nell'abusato cliché, è dunque il caso di presentare fin da subito il terzo lavoro da lui pubblicato sotto l'alias Apart semplicemente come l'ennesimo tassello nel percorso di un artista dalla personalità decisa e sfaccettata, che con la realizzazione di "Digital Frame" segna altresì un importante passaggio simbolico, ovvero il battesimo della sua etichetta personale KrysaliSound.
E proprio come la crisalide scelta a emblema di questa nuova avventura, la musica di Gri continua il suo processo evolutivo, dischiudendosi a una trasformazione che fa librare nell'aere suoni impalpabili e saturazioni talvolta anche molto profonde, che come una patina densa e affascinante lasciano trasparire e poi affiorare in superficie stille pianistiche, pulsazioni elettroniche e visioni di cinematica malinconia.
Tutti questi elementi sono accuratamente sistemati sulla fragile tela elettroacustica di "Digital Frame", album che traccia un viaggio di poco meno di un'ora, che trae le mosse dalle visioni "aeroportuali", omaggiate nello stesso titolo dell'iniziale "Airport Breath", per snodarsi in una serie di composizioni che alternano prevalenza ambientale all'onnipresenza di connotati ritmici, talora piuttosto marcati.
Ne risultano una serie di "stanze" la cui endemica nostalgia è allo stesso tempo temperata da ceselli acustici (le istantanee seasonal in odor di Epic45 di "Gate 12") e romantici (il violoncello di Alexander Vatagin in "Flowing" e in "Exit Dream"), ovvero da flessuosi soffi e battiti sintetici che danno luogo a danze nervose e sciabordii oscuri.
È ben vero che in particolare le texture armoniche di Gri mostrano in trasparenza ascendenze oscure o, quanto meno, il gusto etereo di ambientazioni arcane, tuttavia tanto le dilatazioni acustiche (raffinatissime quelle delle prime due parti di "Leith") quanto i ritmi più decisi di "Duality" e di "New Day" (quest'ultima già offerta in anteprima nel secondo volume delle esclusive raccolte in download gratuito "OndaDrops") delineano il profilo di un artista che sembra aver davvero trovato un nuovo equilibrio e nuovi territori per l'espressione della sua vena creativa.
Così, tra ovattati abbracci melodici, sferzate elettroniche e persino fluttuanti loop chitarristici (come quelli del finale guthriano di "Leith #3"), "Digital Frame" perviene alla lunghissima coda finale, fatta di giochi di riverberi, tastiere sensibili, romantici inserti di violoncello ed echi dei vocalizzi dell'amica Lilium (con Gri nel collaterale progetto Revglow), il tutto immancabilmente introdotto da quel dialogo tra piano e field recordings che scorre carsicamente sotto gran parte della durata del lavoro, discreta presenza lunare a contorno di un'elettronica varia e vivacissima.
Con le sue residue sfumature ethereal, le soffuse immersioni ambientali e la rinnovata consapevolezza di Gri in qualità di artista elettronico, "Digital Frame" appare come un valido ponte tra esperienze e forme espressive diverse; un'opera potenzialmente in grado di raccogliere consensi a partire da prospettive diverse, valorizzando la peculiarità di un profilo artistico che proprio in queste composizioni definisce un nuovo stimolante profilo.
13/12/2010