Claudio Rocchetti - The Carpenter

2010 (Wallace / Boring Machines)
sperimentale, elettroacustica

Coadiuvato da Stefano Pilia, Jukka Reverberi, Beatrice Martini e Margareth Kammarer, Claudio Rocchetti (già con Olyvetty, In Zaire e 3/4 Has Been Eliminated) imbastisce una sorta di seduta psicoanalitica in cui cerca di dare forma ai suoi fantasmi interiori.

Opera vagamente ambiziosa e riuscita solo a tratti, perché inconcludente in più di un punto, “The Carpenter” sembra voler sintetizzare certe intuizioni del post-rock più cerebrale con le ermetiche derive degli ambienti più sperimentali. “Arienti”, per dire, è un collage di manipolazioni, rumorismi e voci trovate: la strada ben indicata, il cammino tortuoso e poco produttivo. Dalla foschia di “I Came Over the Snow” fuoriescono, invece, lame affilatissime di contrabbasso, pronte a ricavare dal buio tracce di vita, tracce di inquietudine.

E’ l’introduzione della melodia a condurre Rocchetti oltre il recinto del suo primo lavoro. Una melodia non di certo en plein air, ma sempre assediata dal dubbio, come nell’iniziale “Anna”, dove la chitarra diffonde accordi come fossero sparse elucubrazioni sulla solitudine (Alastair Galbraith non è lontano), mentre lo sfondo guadagna in consistenza, fino ad assumere il volto di una vertigine cosmica che sfuma lentamente.
Si diceva degli amici accorsi a collaborare. Tocchi sparsi, che trovano il punto di massima espressività nella voce di Margareth Kammerer che, se in “The Black Lake” verticalizza l’angoscia sulle orme, invero un po’ confuse, di un rovistare metallico-digitale, in “Numbers” s’inebria di paradiso, dileguandosi tra nebbie di sogno e rintocchi funebri.

Quando, poi, in “Northern Exposure” i turbamenti svogliati, confinati oltre il muro del caos che incombe, richiamano alla mente un ipotetico duetto tra Roy Montgomery e William Fowler Collins, appare evidente che è nel contrasto ruvidissimo tra gentilezza e “distruzione” che si deve rintracciare la radice ultima di un’opera inficiata, ahimè, oltre che da una diseguale visione d’insieme, anche da momenti davvero superflui come “Altopiano” e “Mendelsshon”.

03/03/2010

Tracklist

1. Anna
2. Black Lake
3. Northern Exposure
4. Numbers
5. Altopiano
6. Mendelsshon
7. Arienti
8. I came Over the Snow

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