Qualche tempo fa Christian Hardy aveva raccontato a OndaRock come avesse dato vita ai Climbers insieme al vecchio amico e compagno di scuola Tim West, autore di tutte le musiche del gruppo, ancor prima di iniziare a lavorare nei Leisure Society. Era stato proprio il coinvolgimento di Nick Hemming nel progetto, addirittura, a permettere ai due di incontrarsi musicalmente e di concepire la prima idea dei Leisure Society.
Nella stessa intervista Christian e Nick anticipavano che entro breve la Wilkommen Records avrebbe dato alle stampe, dopo lunga gestazione, l'esordio dei Climbers.
Registrato da Christian Hardy per lo più nelle campagne tra il Galles ed il Devon, "The Good Ship", a sei anni dalla nascita del progetto, segna il debutto dei Climbers nel roster dell'interessante etichetta inglese e, benché i brani che vanno a comporre l'album siano pressoché tutti farina del sacco di Tim West, la quantità di ospiti che arricchiscono il lavoro induce, in qualche modo, a guardare questo lavoro come una sorta di album a firma del Wilkommen Collective (ci sono Beatrice Sanjust di Teulada degli Shoreline, membri dei Sons Of Noel And Adrian e dei Laish, e i Leisure Society, naturalmente). Circa la metà dei brani, poi, vede alla voce proprio Nick Hemming e in una canzone ("Something Good") la voce è di Christian Hardy, così che risulta piuttosto difficile prescindere dal superbo esordio della band di Burton-On-Trent, per avvicinarsi a "The Good Ship". Tale approccio, però, sarebbe decisamente fuorviante e riduttivo.
Tim West, infatti, merita il giusto riconoscimento per un lavoro di scrittura prezioso e assolutamente personale e i suoi brani non tentano, in alcun modo, di somigliare a quelli della band ormai più nota. La strumentazione e gli arrangiamenti, in particolare, danno ai Climbers un suono decisamente sobrio e asciutto conferendo ai brani di West un fascino umbratile e un chiaroscuro che gli accuratissimi e raffinati arrangiamenti pop di Hemming tendevano, a volte, a eliminare.
Perfetto esempio ne è "Uncommon", brano già disponibile da tempo in rete, con Sharon Lewis (voce dei Pooka e già collaboratrice degli Orbital e di Rob Ellis) che canta "You turn all the lights out before the party is over/ You beat me/ Police me" duettando con Dan Michaelson degli Absentee in un'atmosfera satura di suoni e carica di pathos, dove le chitarre distorte si inseguono e si eleva un coro degno di una ballata marinaresca. Allo stesso modo emotivamente vibrante risulta l'apertura, "Bookshop Folk", affidata alla ammaliante voce di Beatrice Sanjust di Teulada e "From Now On", accorata e innocente ballata, cantata dall'incantevole Cathy Cardins. Anche un morbido richiamo al country fa capolino in un brano come "Anything", dove, accanto alle sonorità sempre presenti del folk inglese, pare aleggiare il fantasma di Will Oldham.
E' in questo contesto sonoro che si inserisce perfettamente la voce di Nick Hemming, che, aggraziata e suadente, fa da contrappunto alle atmosfere malinconiche di brani come "In A Circle", o al languido banjo country di "If There's Anyone", o si intreccia volteggiando con quella di Sharon Lewis nell'idillio bucolico di "I Will Never", canzone d'amore tra le più aggraziate e schiette ascoltate negli ultimi tempi.
Le armonie vocali, il controcanto, il duettare delle voci sono elemento essenziale e distintivo dell'intero lavoro: anche per questo "The Good Ship" risulta un disco che suona come fosse stato registrato live, quasi che un gruppo di amici si fosse riunito in un vecchio cottage nel mezzo della campagna inglese a dare libero sfogo alla propria creatività.
Il frutto di tutti questi ingredienti è un lavoro che, seppur virato verso un folk dai toni alquanto oscuri, non è mai dimentico del verbo pop. Un album nel quale i sentimenti e le emozioni si inseguono e si alternano, e che riesce magnificamente a rimanere equilibrato, coeso e profondamente coerente. Una dimostrazione chiara delle capacità compositive di un nuovo talento e dell'affiatamento di un collettivo musicale da tenere costantemente sott'occhio.
27/07/2010