The Leisure Society

Le enormi ali dell'amore

intervista di Francesco Amoroso

Nick Hemmings e Christian Hardy costituiscono l'anima e la mente dei Leisure Society, band inglese che, nel breve volgere di un anno, è riuscita a ritagliarsi uno spazio importante nel panorama musicale d'Albione, grazie al sorprendente esordio "The Sleeper".
L'album, pubblicato per la piccolissima etichetta indipendente Wilkommen e, solo pochi mesi dopo, riproposto dalla Full Time Hobby, etichetta ben più visibile e ambiziosa, ha riscosso consensi di critica e di pubblico e ha portato la band a concorrere per numerosi premi musicali, tra i quali il prestigioso Ivor Novello Award.
Ciò nonostante, Nick e Christian rimangono due ragazzi timidi e disponibili, lontani anni luce dall'iconografia che solitamente si associa alle popstar, sinceramente appassionati di musica e innamorati del sound della loro band. Abbiamo l'occasione di incontrarli per un'intensa e piacevole chiacchierata in un freddissimo pomeriggio bolognese, prima del loro esordio
live in Italia.

Fate parte insieme ad altri musicisti della scena di Brighton del Willkommen Collective che include tra i suoi membri fondatori Tom Cowan (Shoreline), William Calderbank (Shoreline e altri), Jakob Richardson (Sons Of Noel And Adrian) e naturalmente Nick Hemming. Com'è nata l'idea di un collettivo musicale? Cosa rappresenta per voi questo modo di vivere la musica?

Nick Hemming: Il Wilkommmen collective è nato grazie a Tom Cowan che è un mio vecchio amico e viene dalla mia stessa città (Burton-on-Trent). Lui si spostò a Brighton proprio poco prima che io mi trasferissi a Londra e spesso lui mi chiamava a Brighton per suonare nella sua band, gli Shoreline. Pian piano cominciò a radunare intorno alla band una folta schiera di musicisti ed è così che ho avuto l'opportunità di conoscere persone stimolanti e musicisti validissimi che ora collaborano anche con i Leisure Society. Fondamentalmente si tratta di un gruppo di una trentina di musicisti che sviluppano le proprie idee e suonano ognuno nella band degli altri. Una situazione molto stimolante e creativa.

Ora che avete firmato un contratto per la Full Time Hobby, un'etichetta più grande e che può farvi conoscere meglio e meglio può supportarvi anche dal punto di vista economico, continuerete a collaborare con il collettivo e con l'etichetta Wilkommen?
Nick: Suppongo che, come Leisure Society, non lavoreremo più con l'etichetta, ma, senza dubbio, il rapporto con il collettivo non si interromperà. Abbiamo già in programma una serie di concerti in aprile con le band del collettivo e sicuramente continueremo a suonare nelle band del Wilkommen Collective che ci vedono già coinvolti, sia come musicisti che come compositori.

Per esempio The Climbers, un altro vostro progetto...
Christian Hardy: Certo. I Climbers sono la band cui, insieme al mio compagno di scuola Tim West, che scrive tutti i brani, abbiamo dato vita addirittura prima di iniziare a lavorare nei Leisure Society ed è un progetto che continueremo a portare avanti. Siamo coinvolti nei Climbers sia io che Nick e la band è assolutamente legata al Wilkommen Collective. Presto uscirà un album dei Climbers per l'etichetta Wilkommen.

Quindi, nonostante il fatto che i Leisure Society sembrino sull'orlo di un successo davvero clamoroso, siete ancora interessati a  investire le vostre energie fisiche e creative su altri progetti, magari di minore appeal commerciale?
Christian: Chiaramente ora passiamo moltissimo tempo a lavorare con i Leisure Society, tra dischi, promozione e tour live, ma è bello potersi lanciare in tanti diversi progetti, compatibilmente con il tempo. Personalmente, comunque, ho dovuto rimandare il mio secondo album solista, ma non mi dispiace troppo, visto che sento che è giunto il momento per fare un po' di chiarezza nel mio lavoro solista e nella mia musica. Avere tempo per riflettere con calma è una buona occasione per ripensare a tutto ciò. Sto continuando a lavorare sul disco ogni volta che Nick è impegnato in qualcosa di diverso, ma lo affronto con più tranquillità.

Veniamo ai Leisure Society: come vi siete incontrati? So che Nick ha lavorato sul primo album solista di Christian. Avete fatto conoscenza in quell'occasione o vi frequentavate già da prima?
Christian: No. Ci conoscevamo da prima. Veniamo dalla stessa città (Burton-On-Trent, ndr) e Nick suonava in alcune band piuttosto importanti (Telescopes, Unisex, ndr) già da prima che io iniziassi la mia carriera musicale. Era decisamente il chitarrista più dotato della città ed era per me, giovane musicista pieno di speranze, una specie di mito. Erano anni che avrei voluto suonare con lui in una band, ma è stato solo in un periodo in cui lui era un po' giù e un po' sfiduciato che ho avuto l'opportunità di chiedergli di suonare con me. Mi pare fosse il 2006.
Nick: Eh sì, mi ero appena lasciato con la mia ragazza dopo nove anni di relazione e stavo facendo un lavoro che odiavo veramente. In quel periodo non stavo nemmeno facendo molta musica. Ci incontrammo in un pub, si festeggiava il compleanno di qualcuno e, se non ricordo male, eravamo entrambi piuttosto ubriachi. Così Christian, vedendomi un po' triste, mi propose di trasferirmi a Londra per lavorare con lui e io mi dissi: "Perché no?"

All'epoca avevi già in mente i Leisure Society? Avevi già scritto qualcuno dei  brani che sono andati a comporre il vostro primo album?
Nick: Leisure Society era all'inizio una sorta di progetto solista, ma era più indirizzato verso la musica strumentale e verso le colonne sonore. Ho anche collaborato a un paio di soundtrack per due film, "Dead Man's Shoes" e "A Room For Romeo Brass". Molti anni fa avevo messo su una band con Paddy Considine e con il regista Shane Meadows, un mio vecchio amico (il nome della band era She Talks To Angels, ndr) e così mi sono trovato a incidere qualche brano per i film di Shane.

Avete mai pensato a un regista per cui vorreste scrivere una colonna sonora? E che ne pensate dell'idea di fare un vero e proprio film per accompagnare un vostro album, così come hanno fatto i Noah and The Whale per il loro ultimo lavoro?
Christian: Sì, ci pensiamo, ma non è nelle nostre priorità adesso. Magari un giorno, ma sarebbe difficile dire per quale regista o per quale film vorremmo fare una colonna sonora. Quanto all'idea di girare noi stessi un film che accompagni i nostri brani non saprei. E' una bella idea, ma credo che noi dovremmo continuare a concentrarci nella nostra professione che è quella di musicisti. Ci sono tanti ottimi registi e non credo che noi dovremmo fingere di essere dei registi noi stessi. Ci riescono meglio le canzoni per il momento. Senza dubbio.

Il primo singolo estratto da "The Sleeper", "The Last Of The Melting Snow", ha riscosso un notevole successo, venendo trasmesso a ripetizione da diverse stazioni radio inglesi (Radio 1, Radio 2 e la stessa Bbc). Guy Garvey degli Elbow si è innamorato del brano ed è diventato un supporter della vostra musica. Avete mai pensato a una collaborazione?
Christian: Avevamo pensato a una collaborazione, tanto che dopo aver scritto quel brano l'avevamo anche mandato a Guy Garvey. Avevamo pensato che sarebbe stato bello potesse cantarlo qualcun altro. Avevamo pensato addirittura a Neil Hannon...
Nick: Ho mandato il brano a tutti e due ma, alla fine, non ho avuto risposta da nessuno dei due. Magari, però, è andata meglio così. Guy Garvey in ogni caso ci ha più volte manifestato il suo apprezzamento.

E' vera la leggende secondo la quale Nick era in cerca di qualcuno che cantasse le note alte delle canzoni che scriveva visto che non era soddisfatto della sua voce ed è per questo motivo che ha chiesto a Christian di entrare nella band?
Nick: Assolutamente sì. Christian canta benissimo in un tono più alto del mio e credo che fosse proprio quello che cercavo. E' una giusta combinazione ed è il suono delle voci che cercavo e che solo con il mio cantato non riuscivo a ottenere.

Una domanda sul nome che avete scelto per la band: The Leisure Society è il tipo di società che veniva ipotizzato da Keynes, appunto, la "società del tempo libero" in un futuro in cui la maggior parte dei paesi civilizzati avrebbe visto un decremento del lavoro e un incremento del tempo libero. La società però sembra dirigersi nella direzione opposta rispetto a quanto profetizzato da Keynes: si osserva infatti un continuo aumento del tempo impiegato in attività lavorative a danno del tempo libero. La musica sembra essere l'unico piccolo-grande svago che fortunatamente riesce a sopravvivere anche in mezzo alla frenesia e allo stress quotidiani. Credete nella funzione terapeutica della musica, in questo senso?
Nick: Oh, sì. Keynes credeva che l'incremento dell'utilizzo delle macchine avrebbe ben presto liberato l'uomo da molti compiti, così che ben presto sarebbe stato possibile avere molto tempo libero. In realtà, effettivamente le cose sono andate in maniera molto diversa. Sulla musica credo proprio che sia così.
Christian: Sicuramente. Se ci pensi a Londra, dove entrambi viviamo, tutti girano per strada con un i-pod, con gli auricolari nelle orecchie, quasi come se ognuno cercasse di ricreare una personale "società dello svago" nella propria testa.
Nick: La cosa ironica e divertente di questo nome è che, quando l'ho concepito, ognuno di noi aveva il proprio day-job ed era costretto a lavorare dalle nove alle cinque ed eravamo comunque molto coinvolti nella musica, così che non avevamo mai del tempo libero, dei momenti di svago. La musica era il nostro vero e unico momento di svago.

Adesso però avete la possibilità di dedicavi completamente alla musica oppure dovete ancora dividervi con un lavoro "tradizionale"?
Nick: Fortunatamente, soprattutto grazie al fatto che abbiamo un contratto che ci permette di avere introiti dai diritti d'autore, da qualche tempo abbiamo entrambi potuto abbandonare i nostri lavori diurni e possiamo dedicarci alla musica a tempo pieno. Io, per esempio, ho concluso il mio lavoro a maggio. Altri musicisti nella band sono più fortunati perché alcuni di loro lavorano comunque in campo musicale. Ma è, in ogni caso, un traguardo che abbiamo raggiunto da poco tempo.

Il vostro album di esordio si intitola "The Sleeper", che è anche il titolo di quel film di Woody Allen dove il protagonista viene criogenicamente congelato per molti anni e quando si risveglia non capisce più nulla della società in cui si trova.
Nick: Sì, l'idea nasce da quel film, dal fatto che mi sono così immerso nella musica e nella composizione dell'album che quando sono giunto alla fine mi sembrava quasi di essere io il personaggio del film.

Lo si può però considerare anche dal punto di vista del suono: se una persona fosse rimasta congelata per trent'anni e svegliandosi adesso ascoltasse il vostro album, non rimarrebbe scioccata: in fondo gli ultimi trend musicali non vi hanno influenzato tanto quanto quelli di 30-40 anni fa...
Nick: Sì è assolutamente così. Più che il punk o il grunge o qualsiasi altro genere contemporaneo, le mie principali influenze risalgono ai Beach Boys, ai Beatles, naturalmente, ai Kinks. In particolare gli arrangiamenti di Brian Wilson, le sue orchestrazioni sono stati una grande influenza sul mio modo di scrivere musica.
Christian: Del resto noi usiamo solo strumenti "organici", niente computer o campionamenti. Su "The Sleeper" non ci sono neanche sintetizzatori. Forse sul prossimo album ci sarà un po' di elettronica da qualche parte, ma sempre con molta moderazione. Anche questa è un'attitudine un po' all'antica, forse.

Questo ci porta alla domanda successiva. Negli ultimi anni, infatti, in Gran Bretagna, c'è stato un proliferare di band che hanno un suono simile, seppur a grandi linee: melodie ariose, una strumentazione tradizionale, sentimenti delicati e armonie eleganti. Band come Noah and The Whale, Mumford & Sons... una sorta di nuovo movimento folk. Conoscete qualcuna di queste band? Vi sentite in qualche modo parte di una scena?
Nick: Conosciamo i ragazzi dei Mumford & Sons, sono davvero delle persone simpatiche. Però non credo proprio di poter dire che facciamo parte di una scena e non credo nessuno lo direbbe. Suppongo, invece, che si tratti più di influenze comuni. Probabilmente amiamo tutti i Sixties e amiamo suonare strumenti tradizionali. Del resto lo stesso accade anche negli Stati Uniti, con band come i Fleet Foxes che, seppure in maniera differente, condividono con noi lo stesso amore per gli arrangiamenti, per gli strumenti organici e per le armonie vocali.

Avete inciso, per una rivista inglese, una bellissima cover di "Something" dei Beatles. Sono anche loro tra i vostri numi tutelari? A un primo impatto la loro influenza su di voi non è poi così evidente...
Nick: Credo che sia quasi impossibile dirsi non influenzati dai Beatles. In fondo tutti noi ascoltiamo i loro brani ovunque sin da quando eravamo bambini. La loro musica è sempre nell'aria e inevitabilmente rimane nella testa di tutti.

Pare che Brian Eno abbia detto che i Leisure Society siano uno delle poche band che ultimamente ha ascoltato con entusiasmo e che "The Sleeeper" sia uno splendido album. E' anche venuto a trovarvi in uno studio di registrazione. Cosa è successo? E pensate che una collaborazione con lui sia in qualche modo possibile?
Christian: In studio con Brian Eno abbiamo solo mangiato formaggio e bevuto birra. E scambiato quattro chiacchiere. Ci ha fatto i complimenti e ci ha detto che gli piace davvero il suono che siamo riusciti a creare da soli e che probabilmente la cosa migliore che possiamo fare è quella di proseguire da soli, senza influenze esterne e condizionamenti da parte di un produttore. Del resto credo che la nostra musica sia davvero caratterizzata dai nostri arrangiamenti e da quello che noi stessi pensiamo possa essere la veste migliore per le nostre canzoni.
Sicuramente il nostro prossimo album, infatti, così come "The Sleeper", sarà prodotto da me e Nick, senza alcun produttore esterno.

Quanto dovremo attendere prima di ascoltare il vostro nuovo album? Chiaramente siete ancora molto concentrati su  "The Sleeper" ...
Christian: In realtà abbiamo già cominciato a registrarlo. Ogni volta che ne abbiamo l'occasione ci mettiamo a scrivere e registrare. Ma non si può mai dire quanto potrebbe volerci. Sarebbe bello che fosse pronto già per questa estate e che potesse uscire a settembre di quest'anno, ma magari ci vorrà il prossimo.
Nick: Appena torneremo da questo tour saremo di nuovo in sala di registrazione e siamo davvero eccitati all'idea di poter lavorare su materiale nuovo. Avremo anche un budget superiore e nel prossimo album ci saranno molti più strumenti rispetto al precedente.

Quale è il vostro rapporto con internet? OndaRock, in quanto webzine è davvero interessata a comprendere quale sia il rapporto dei musicisti con questo nuovo medium. La nostra raccolta "Ondadrops", cui Christian ha partecipato con un brano (con il nome di The Boy Hardy) è stata scaricata già da 3.500 persone (ora sono più di 5.000, ndr) e visitata da oltre 15.000. Pensate che la rete sia uno strumento valido per diffondere la vostra musica?
Christian: Se il mio prossimo disco vendesse 3.500 copie sarei davvero felice e vi ringrazierei di cuore!
Nick: Credo che internet sia un modo straordinario di avere un contatto diretto con il pubblico: mettere le proprie canzoni su MySpace e sentire cosa la gente ne pensa può essere davvero interessante e utile, anche se non ho mai avuto molto coraggio nell'affidare i miei brani alla rete.
Christian: Oltretutto è anche un mondo democratico dove ognuno ha le stesse possibilità e può far ascoltare la propria musica. Non sono più solo coloro che hanno dietro una grossa compagnia discografica a poter essere conosciuti, magari attraverso i passaggi radiofonici, ma chiunque scriva buona musica avrà la sua opportunità. Magari non è una cosa troppo buona per le mie entrate, ma è sicuramente buono per la musica in sé.

E che ne pensate del downloading?
Nick: Quando all'inizio abbiamo registrato l'album, almeno tre settimane prima che fosse nei negozi, era disponibile per il download in almeno dieci diversi siti web, migliaia di persone l'avevano già scaricato e questo ammetto che mi aveva buttato un po' giù. Ma, alla fine, il successo, anche di vendite, è arrivato lo stesso. Magari con qualche difficoltà in più, ma è arrivato.
Christian: Del resto forse vendiamo qualche disco in meno, ma certamente molte più persone hanno l'opportunità di conoscerci e quindi vengono ai nostri concerti. Così, alla fine, abbiamo smesso di preoccuparci di questa cosa.

In che modo componete i vostri brani? La maggior parte di quelli presenti su "The Sleeper" risultano scritti da Nick, ma ho letto che tutta la band è coinvolta. Come procedete?
Nick: Di solito comincio a scrivere sulla chitarra acustica o sull'ukulele e poi vengono le parole e pian piano tutto il resto. Faccio sentire a Christian ciò che ho scritto, lavoriamo sui testi, sulle armonie vocali e sulle parti di tastiera e poi registriamo ciò che ne è venuto fuori. Solo allora proponiamo il risultato al resto della band che può intervenire per sviluppare le parti dei singoli strumenti, per ritoccare il brano. Abbastanza spesso lavoro sull'ukulele e un paio di brani dell'album sono stati scritti proprio basandomi sull'ukulele, strumento che trovo più immediato e istintivo della chitarra.

Avete una preparazione musicale? Avete studiato musica e leggete gli spartiti?
Nick e Christian: No! Nessuno dei due è un musicista diplomato. Siamo tutti e due degli autodidatti, mentre nella band molti hanno studiato musica al conservatorio e sia il nostro violinista che il nostro bassista sono dei musicisti classici diplomati.

Una domanda che mi capita di fare a tutti i musicisti con cui ho il piacere di parlare: Bob Dylan ha detto che una buona canzone la si riconosce se funziona suonata con una chitarra acustica. So che amate tanto gli arrangiamenti, ma pensate che questa affermazione sia vera anche per le vostre canzoni?
Nick: So cosa intendi. E certamente se senti una canzone suonata chitarra e voce e già così funziona, vuol dire che si tratta di una buona canzone. In ogni caso, il mio amore per gli arrangiamenti rimane grandissimo.
Christian: In effetti io e Nick abbiamo iniziato semplicemente con due chitarre e le nostre voci. Ci devono anche essere delle registrazioni fatte così da qualche parte...

Ci piacerebbe davvero sentire qualcosa da quelle registrazioni...
Nick e Christian: Non è detto che questo non accada prima o poi.

Grazie ad Alessandra Reale e Lorenzo Righetto per la preziosa collaborazione