Quante sono le band, oggi, pronte a gettare maschere e burattini, a liberarsi dei falsi idoli in nome della Canzone, della Melodia? Tra i pochi, ormai, seguaci di questa semplice religione ci sono senz'altro i Leisure Society, band inglese il cui nocciolo è composto dal duo Hemming-Hardy, musicisti e compositori attivi nel Wilkommen Collective, "comune musicale" della scena di Brighton, che l'anno scorso li ha visti tra l'altro partecipare all'esordio dei Climbers.
Prima che si levino i cori per il progressismo musicale, prima che parta la caccia al reazionario, va sgombrato il campo da ogni equivoco e riconosciuto il valore di quanto fatto dai Leisure Society per la scena indipendente, britannica e non. La formazione di Brighton ricalca infatti lo stile e riprende le scelte delle band del panorama indie-folk degli ultimi anni (grande spazio a orchestrazioni finanche sovrabbondanti, coralità onnipresente), ma rideclina il tutto senza le barriere che spesso rendono certi prodotti musicali alternativi comprensibili unicamente "dall'interno".
Questo processo, già evidente nell'ottimo esordio "The Sleeper", spicca ancor più in questo "Into The Murky Water", lavoro di sfrontata solarità, che non perde però l'eleganza dello stile di Hemming, colorandolo di un'ironica svagatezza hannoniana. La scrittura del disco appare limpida almeno quanto quella del disco precedente, con lo zampino dell'ukulele a dettare i tempi dei guizzanti giri d'accordi della title track, di "You Could Keep Me Talking" e di "Better Written Off (Than Written Down), perfetti lasciapassare per la movimentata avventura sottomarina del disco, tra Verne e Disney.
Si alza il volume, e inevitabilmente "Into The Murky Water" perde qualcosa dell'aspetto più prettamente cantautorale, dell'aura più delicata e malinconica dei pezzi di "The Sleeper", sia dal punto di vista musicale che tematico. Rispetto al passato della band, paiono quasi esagerate alcune soluzioni negli arrangiamenti, che raggiungono una certa pirotecnia euforica, in particolare nel singolo "This Phantom Life"; ma è rara la capacità della band di suonare sempre leggiadra, di far emergere le melodie, le canzoni, più degli strumenti. "Into The Murky Water" riesce infatti nel miracolo di mantenere un sound organico, fresco, nonostante le sovrapposizioni delle armonizzazioni vocali, di chitarre e ukulele, archi e fiati,.
Non ci sono solo feste e banchetti, in "Into The Murky Water", ma è vero che, spesso, canzoni come "I Shall Forever Remain An Amateur" e "The Hungry Years" - quest'ultima riprende la coda di "South American Getaway" di Bacharach - sembrano sull'orlo di venire travolte dalle forze soverchianti degli accordi in maggiore, di questo costante inneggiare gentile a una piccola rivoluzione interiore.
Rimane solo "Our Heart Burn Like Empty Matches" a ricordare l'espressività dimessa ed elegante di "The Sleeper", quasi come addio a una terra fredda e inospitale, in cui far brillare il piccolo fiammifero della propria sensibilità. Appena salpa la nave per le profondità brulicanti dell'oceano e per gli sgargianti atolli di una creatività spumeggiante, i Leisure Society sembrano meno creatura di Hemming e più una band vera e propria.
C'è poco da dire: la band di Brighton è ormai una delle realtà più importanti della scena inglese, ben al di là delle passeggere distinzioni di genere che possono esaltare solo gli appassionati dell'effimero.
29/05/2011