I Gnod sono un collettivo di Manchester dedito alla psichedelia, attivo da fine 2006. La loro breve vita ha consegnato, però, già una straripante produzione di cassette e cd-r, tra cui si annoverano collaborazioni con gruppi importanti della scena psichedelica: i White Hills e i Bong. Dopo il loro primo omonimo album del 2009, si ripresentano sul mercato con questo nuovo lavoro, "Science & Industry", uscito in edizione limitatissima di sole cento copie, solo su cassetta, per la Not Not Fun (ma se ne prevede una ristampa). Un album di pura psichedelia, che si manifesta sotto le sue più svariate correnti. Un suono ovattato e allucinato in cerca dello spazio con tutti i mezzi (sonori) conosciuti.
Il disco è formato da due pezzi monolitici, uno per lato, della durata di circa trenta minuti ciascuno. Il primo lato è composto dalla suite "Deadbeat Disco In Paper Error Shocker!". Struttura portante del pezzo è un drone ininterrotto che sovrasta e avvolge quello che gli succede intorno. Via via, viene assorbito da questa nebbia tutto ciò che si presenta all'orecchio. Gli strumenti suonano come in lontananza e in cerca di una direzione: dalle chitarre, alle note ovattate di una tromba, alla voce ripetitiva e salmodiante. L'atmosfera cresce con l'andare dei minuti e si fa prossima a una psichedelia dark industriale, giocata sull'incedere marziale della sezione ritmica e sulle divagazioni free della tromba. Verso i tredici minuti il tema si dissolve e si scatena un battito motorik affrescato da urla in dissolvenza, clangori industriali e un suono hasselliano di tromba. Negli ultimi sei minuti il pezzo muta ancora, trasformandosi in uno space-rock di derivazione Hawkwind.
Il lato B presenta un'altra lunghissima suite: "Big Chief". In gioco entrano prepotentemente le chitarre coi loro feedback. I primi quindici minuti sono un tutti composti sull'intarsio tra le fluttuazione della sei corde, rintocchi di basso e battiti dimessi di batteria. Una psichedelia che si avvicina alle spirali involute dei Bardo Pond, o del progetto dei fratelli Gibbson con Roy Montgomery, gli Hash Jar Tempo. La staticità pare però non essere cosa gradita agli Gnod, così anche in questa seconda traccia i cambi di registro intervengono spostando il baricentro dell'ascolto. Dopo 14:30 inizia un alternarsi della sezione ritmica ai feedback di chitarra in un botta e risposta allucinatorio, che sfocia poi in un hard-space rock hawkwindiano coi sui riff bluesy e il synth di sfondo a librarsi nello spazio.
Si conclude, dopo quasi un'ora, il viaggio delirante e allucinante degli Gnod. Un trip attraverso i panorami sonori più tipici del rock psichedelico, che non manca, però, di slanci personali e che riesce ad amalgamare molto bene le varie influenze presenti, mantenendo appieno la promessa di creare un'atmosfera in grado di far abbandonare la terra, per condurci in un altro luogo.
Nonostante alcune lungaggini, "Science & Industry" è un lavoro di alta qualità che non lascia delusi gli amanti della psichedelia più free, consegnando quanto di meglio fatto dagli Gnod fino ad ora e permettendoci di apprezzare appieno le potenzialità del collettivo inglese.
11/04/2010