Molto atteso come ormai tutto ciò che gravita nella "famiglia" Amesoeurs, "Septembre Et Ses Dernières Pensées" si pone con i suoi primi brani (particolarmente con il singolo "L'Échappée" e la trascinante "Les Feuilles De L’Olivier") sui binari di un efficace dark-metal mutuato dalle inestimabili lezioni di Agalloch e Katatonia. Ma è più di tutto il lascito dell'esperienza con gli Amesoeurs a imporsi, quella capacità di leggere nell'angoscia e nel grigiore delle routine quotidiane e tradurle in canzoni che sono un tumulto di scatti e contrasti. Ambientazioni da terra desolata in cui tutti i brani dell'album nascono, crescono e si spengono.
Ed è solo nell'abbandono melanconico ed elegiaco per cui Teyssier mostra spiccata sensibilità che si trova luce e respiro. Quando a prevalere è quest'ultimo aspetto, le canzoni si spogliano sino a farsi quadretti naif e sognanti, che ora inciampano nel kitsch ("Sur Le Quais"), ora travolgono con melodie ad altissimo tasso di emotività, di pura marca Amesoeurs (quel minuscolo, toccante incantesimo che è la title track).
Nell'insieme, però, l'album non soddisfa le aspettative che lo precedevano.
Teyssier pecca nella scrittura che alla lunga si fa stanca e ripetitiva, e le sue impersonali doti canore non lo aiutano. Rispetto all'amico/rivale Alcest, nella cui ombra Les Discrets sono per ora quasi inevitabilmente costretti a vivere, Fursy sceglie da partire da diverse premesse, ma manca ancora di estro e fantasia. Di certo, anche in veste di songwriter, è il suo talento visivo che più di tutto alimenta i migliori momenti della sua musica. La strada tracciata è con ogni probabilità quella giusta.
(24/05/2010)