Ben Chasny, Chris Corsano e Richard Bishop tutti insieme appassionatamente.
Rangda è un progetto nato quasi per caso l’anno scorso e portato avanti grazie a scambi di registrazioni via mail, il che la dice lunga sul carattere estemporaneo del lavoro. Non che “False Flag” sia un disco brutto, quanto piuttosto uno di quei lavori che lasciano ampiamente il tempo che trovano.
Dentro c’è molta dimostrazione di forza bruta, come nel caso del tornado in perfetto stile Comets On Fire di “Waldorf Hysteria”, nella tonitruante apoteosi di “Serrated Edges" o, ancora, in “Fist Family” dove, mentre le chitarre dissonano all’unisono, Corsano si accanisce ossessivamente sulle pelli. Roba che giusto per qualche attimo può lasciare interdetti, salvo poi mostrare la corda, manifestando anche una dose non indifferente di autoindulgenza.
A conti fatti, i tre sembrano molto più ispirati nei momenti più rilassati: la marcia, ora frenetica ora ipnotica, di “Bull Lore” (che coniuga punti di fuga psichedelici e visioni Morriconiane), il minimalismo atmosferico di “Sarcophagi” (che è puro spirito della frontiera trasfigurato in un affresco dilatato, pensoso e vagabondo) e, soprattutto, la lunga meditazione lisergica (Jerry Garcia, se ci sei batti un colpo!) di “Plain of Jars”.
Ma è, comunque, roba sostanzialmente innocua.
14/07/2010