Dopo essersi trasformati nel volgere rapido di un biennio in gigolò neo-eighties del più sfacciato fashion pop mai udito in America con il controverso "Brain Thrust Mastery" del 2008, gli americani We Are Scientists tentano con il nuovo "Barbara" di riappropriarsi di se stessi, ridiventando per altro un trio in pianta stabile (grazie all'ingresso del batterista Andy Burrows dei contigui Razorlight).
L'operazione riesce ma solo a metà: le nuove canzoni tentano una trasfusione volante di idee fresche nel corpo di un post-punk-pop dancereccio già con tutti i due piedi (e anche le scarpe) abbondantemente allungate nell'affollatissimo obitorio dell'oblio collettivo, ma i risultati appaiono ben magri, oltre che ripetitivi. Canzoni e motivetti power pop tra Franz Ferdinand, Nada Surf o Weezer come "Break It Up", "Rules Don't Stop Me" o "Nice Guys" potranno forse scalfire il muro d'acciaio delle programmazioni radiofoniche, ma c'è da stare sicuri che verranno molto presto coperti, fino a scomparire, dal depositarsi di altri graffi pop-rock altrettanto gradevoli e con lo stesso (effimero) potere di incidenza, chè di gruppi come i We Are Scientists è pieno il mondo fin quasi a esplodere.
Ai fan forse basterà, per la futura sopravvivenza della band newyorchese invece... beh, non sapremmo proprio dire.
29/07/2010