Cut Copy

Zonoscope

2011 (Modular)
electro-pop
7.5

"Take me over, take me out
To the jungle through the night in paradise".

Il tema del viaggio deve stare molto caro ai Cut Copy. Se infatti nel precedente "In Ghost Colours" assumeva quasi i connotati di un trip in technicolor, in "Zonoscope" si esplorano idealmente posti sperduti e bizzarri lasciando che sia un sogno tropicale o un'estasi celestiale a plasmare tali avventurose suggestioni.

Risulterà una frase fatta, ma "Zonoscope" è realmente il lavoro più ambizioso e forse più maturo dei Cut Copy (il che non sottintende il fatto che sia il migliore). Probabilmente non vanterà anthem dal magnetismo eccezionale come "Hearts On Fire" o "Lights & Music", ma in quanto a omogeneità appare il riuscito frutto di un'ulteriore evoluzione o rielaborazione strutturale, che lo porta a essere più vicino a quell'idea di tutt'uno uniforme che (di norma) dovrebbe caratterizzare un disco. Quanto alla produzione, il fascino stralunato e irresistibilmente retrò del precedente resta insuperabile, e allora ecco che l'attenzione si è maggiormente spostata verso nuove soluzioni ritmiche, alla ricerca di un suono più corposo e stratificato, ricco di particolari e sottili intarsi che si rivelano continuamente. Che si tratti realmente o no di una jam, se l'obiettivo della band era quello di creare un flusso sonoro comune a tutti i brani in ragione di una maggiore compattezza, può dirsi senz'altro raggiunto.
È perciò un viaggio sospeso tra cielo e terra, quello intrapreso in "Zonoscope", sedotto da un certo fascino tribale ed esotico tra Eno, i Talking Heads e certa world music, e da ineffabili e trasognate ascese cosmiche accompagnate da cori ariosi e synth neworderiani. Il tutto è da consuetudine sorretto dalla mai abbandonata attitudine "indie", dal sempre efficace retrogusto pop anni 80 e da contagiosi e ballerini spuntiitalo-disco.

L'iniziale "Need You Now"  è il pezzo manifesto del disco, quello che ne incarna maggiormente lo spirito, con quel suo lento materializzarsi e prendere forma, partendo in sordina e centellinando voce e suoni, costruendosi progressivamente prima di espandersi in un caleidoscopico climax. Classico pezzo da club che ti si attacca addosso e ti obbliga al repeat. Si va avanti di groove con la successiva "Take Me Over", un cut-copy-and-paste di Madonna ("Holiday") e Fleetwood Mac ("Everywhere") tra percussioni tribali ed effusioni french-touch, sino al simil-surf-pop di "Where I'm Going".
"Pharaohs & Pyramids" ipnotizza con quell'inebriante commistione di reminiscenze glo-fi e ritmi orientaleggianti, laddove "Alisa" ottiene lo stesso effetto ricorrendo a un vorticoso psych-pop coi synth che si rincorrono a perdifiato. "Corner Of The Sky" è l'ideale connubio delle parallele suggestioni che animano "Zonoscope", mutando continuamente tra palpiti ancestrali, voce robotica (Dan Whitford sembra proprio Brian Eno nella strofa) e svolazzi sognanti sospesi in un nulla stellare. Il disco non poteva che chiudersi con un brano come "Sun God", un disco-beat con sensazioni spaziali (i New Order di "Your Silent Face", per rendere meglio l'idea) e lunghissima coda elettronica, quasi di matrice electroclash colma di rimandi moroderiani.

"Zonoscope" si rivela lavoro solido oltre che estremamente godibile; piacevole conferma di una band che a questo punto merita realmente di essere presa sul serio.

08/02/2011

Tracklist

  1. Need You Now
  2. Take Me Over
  3. Where I'm Going
  4. Pharaohs & Pyramids
  5. Blink And You'll Miss A Revolution
  6. Strange Nostalgia For The Future
  7. This Is All We've Got
  8. Alisa
  9. Hanging Onto Every Heartbeat
  10. Corner Of The Sky
  11. Sun God

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