Gli Ebrei stanno diventando un piccolo caso nel circuito underground di casa nostra: pubblicato lo scorso 19 novembre dalla piccola e coraggiosa label Sinusite Records, il loro album d'esordio è andato esaurito in una manciata di giorni e sarà presto ristampato grazie al soccorso della Wallace di Mirko Spino in una sfiziosa edizione cd + vinile.
Composto in poco più di un mese e registrato in presa diretta, "2010" (titolo che rappresenta l'anno di nascita della band) è un microcosmo dove tutto l'immaginario del miglior alt rock italiano degli anni 90 viene attualizzato in maniera memorabile, sdoganandosi in maniera compiuta nel nuovo millennio.
Dodici tracce fulminanti, quasi mai sotto i due minuti, che esprimono con forza un'implacabile urgenza comunicativa, forza moltiplicata nelle devastanti esibizioni live.
Gli Ebrei non aspirano a essere originali, bensì a conquistare il ruolo di killer della banalità, disegnando il cinico ritratto di un'Italia alienata come non mai, intrappolata nella crisi e destinata a vivere alla giornata, "senza più quelle speranze che sono alibi" (testualmente estratto da "Passato Presente"). I ragazzi sono stanchi, la televisione va fiondata dalla finestra, il pantofolismo va messo all'indice, la nausea è dentro di noi, la rabbia è gioia, poi comincia il cammino.
"Non avrei mai pensato che potesse fare più giorno di così", questa è la frase che ci risuona in testa dopo l'ascolto della duplice versione (live e demo) di "Di Nuovo Giovani".
Ci arriviamo dopo aver apprezzato il micidiale tritatutto "La Gaia Scienza", la quintessenza del lo-fi da cameretta di "Bottoni", sprazzi di power punk dissennato in "SanRemo", lievi sospiri di sollievo sul pianoforte disturbato che dà vita a "Da Grande Voglio Avere 40 Anni".
"Maratona" sono i primi Marlene Kuntz che ospitano Federico Fiumani, "La Noia" sono gli Afterhours più disturbati (che quasi non ricordavamo più), la title track è un geniale incrocio fra Massimo Volume ed Il Teatro degli Orrori, "I Ragazzi Sono Stanchi" conferma Pierpaolo Capovilla come vero punto di riferimento della band.
Taglienti e rabbiosi come pochi altri, riescono nell'intento di costruire una sorta di trasposizione ai giorni nostri dei Cccp: questi quattro ragazzi di Pesaro hanno un brillante futuro.
09/12/2011