I Diaframma sono una delle poche realtà emerse dal movimento new wave italiano ancora saldamente in pista, tra l'altro più tonici che mai, con Federico Fiumani (unico membro fondatore superstite) al centro di un progetto che ha finalmente trovato una propria stabilità di organico.
Pochi mesi dopo la pubblicazione di un ottimo disco dal vivo che ripercorre le principali tappe del gruppo, e poche settimane prima del lancio del nuovo "Niente di serio", raggiungiamo Federico per una piacevolissima chiacchierata. Il leader dei Diaframma ci risponde rispolverando importanti frammenti del passato e concedendoci le prime anticipazioni sul disco in uscita, attualmente in fase di mastering, dispensando anche un po' di sana e simpatica ironia.
Federico, al cospetto di un personaggio del tuo calibro, la prima domanda che mi sorge spontaneo porti è: quando ti alzi la mattina e ti guardi allo specchio, ti rendi conto di essere considerato da moltissime persone come il portavoce di una generazione?
Quale generazione? Se della mia mi fa ovviamente piacere.
Ci incontriamo a pochi mesi dalla pubblicazione di un bel disco dal vivo: come mai i Diaframma non avevano mai pubblicato un album intero live?
Mi hanno sempre fatto un po' paura i dischi dal vivo. Però dopo trent'anni sui palchi mi sembrava giusto, e poi ultimamente con questa formazione mi diverto molto. Anche la possibilità di coinvolgere ospiti che sono cari amici ha giocato molto a favore.
Ora siete alle prese con le canzoni che comporranno il prossimo disco dei Diaframma. Come procedono i lavori e quali direzioni state prendendo?
I lavori stanno procedendo molto bene, siamo alla fase finale, cioè al mastering. Abbiamo registrato allo Studio Emme con bravi fonici in un clima positivo. Anche se la disperazione è sempre dietro l'angolo.
Il titolo sarà "Niente di serio", il disco uscirà a gennaio su etichetta Diaframma/Self.
Ci ho messo tre anni a scrivere queste canzoni, ne ho realizzate una ventina fra le quali ne ho selezionate dodici. Mi sembra che questo disco abbia delle novità rispetto agli altri ... fondamentalmente i pezzi sono più belli!
Mi fa piacere, anche perché ho sempre avuto la sensazione che i Diaframma tendano a essere sempre troppo se stessi, senza mai osare troppi scossoni...
Beh, ci ho messo trent'anni a diventare me stesso, a forza di scossoni. L'artista è un uccello che fa sempre lo stesso suono.
Quanto vende mediamente un nuovo disco dei Diaframma? "Difficile da trovare", ad esempio, com'è andato?
"Difficile da trovare" ha venduto duemila copie, quindi si pone in controtendenza rispetto a quelli immediatamente precedenti: ha venduto circa cinquecento copie in più degli altri.
Un artista assoluto come Federico Fiumani, riesce a vivere della propria arte?
Sì, senza arricchirsi.
Un po' di storia: raccontaci le tue prime esperienze musicali, i tuoi primi ascolti...
Le prime esperienze come musicista risalgono ai tempi del liceo, intorno ai diciotto anni, con due miei compagni di classe.
Provavamo a casa mia, poi ci spostammo in una sala nelle vicinanze che si chiamava Circolo Bencini.
I miei primi ascolti erano influenzati dalle scelte di mia sorella più grande, ricordo soprattutto David Bowie e Fabrizio De André. Poi, in autonomia, feci una bella sbornia di cantautori, era la prima metà degli anni Settanta.
Nel 1977 ci fu l'splosione punk: da lì l'illuminazione e la voglia di mettermi a suonare.
Raccontaci il contesto dal quale emersero i primissimi Diaframma...
Essenzialmente ci legammo alla storia di un locale, la Rokkoteca Brighton a Settignano, vicino Firenze. Nicola Vannini era il gestore e il dj. Io e i fratelli Cicchi andavamo lì a ballare e così chiedemmo a Nicola se voleva diventare il nostro cantante. Lui accettò e tutto iniziò da lì.
Sfatiamo subito una leggenda metropolitana: il nome della band non è riferito all'anticoncezionale femminile...
E invece sì, tant'è vero che era in ballottaggio con Spirale. Scherzo, ci piaceva la fotografia.
Che obiettivi vi ponevate in quella prima formazione?
Fare un 45 giri da consegnare ai posteri. Per noi era già molto, ma in realtà nel profondo del cuore io sapevo che se non fossi diventato famoso, la mia vita sarebbe stata priva di senso.
Tu all'epoca non eri il cantante, e la direzione del gruppo era decisamente più dark, come vivevi quella dimensione?
Bene, eravamo tristi da morire e ci annoiavamo, tranne quando suonavamo.
Firenze anni 80: era davvero un luogo così meraviglioso, oppure in fondo in fondo anche lì non era tutto oro quello che luccicava?
Rispetto a ora, era veramente un luogo meraviglioso, poi magari a vent'anni si vedono le cose in modo un po' naif. Comunque era veramente molto viva.
Del mio rapporto con Firenze parlo in un brano dell'album nuovo che si intitola "Absurdo Metalvox".
Con il tempo il termine Diaframma ha perso parte del significato iniziale, oggi viene interpretato come naturale estensione, se non addirittura sinonimo, di Federico Fiumani. Tu non fai nulla per evitarlo: sulla copertina del nuovo disco dal vivo appari soltanto tu accompagnato dall'inseparabile chitarra.
Inevitabile, ho fondato il gruppo e ho scritto sempre tutte le canzoni. Me la sono giocata da solo la partita, ma ci tengo a dire che con Luca Cantasano al basso e Lorenzo Moretto alla batteria, i miei musicisti attuali, ho raggiunto una dimensione ideale.
Ho letto che nel 1986 andasti in analisi: le conseguenze del successo?
Non saprei, stavo male e per me era necessario cercare di uscire da quella situazione. Poi c'è da dire che nel 1986 la new wave declinò paurosamente, quello era il nostro habitat naturale e improvvisamente tutti si convertirono alla psichedelia e ai Metallica. Non potevo crederci.
Sfiorasti la presenza a Sanremo nei primi anni 90 e i tuoi fan tirarono un sospiro di sollievo sapendo che non avresti partecipato. Eppure band come Elio e le Storie Tese, Subsonica e Afterhours, oppure più di recente Mauro Ermanno Giovanardi, sono passati su quel palco senza snaturarsi...
Io avevo alle spalle dei discografici, quelli della Ricordi di allora, che facevano molte pressioni affinché andassi a Sanremo con un pezzo commerciale, sulla scia di altri cantanti fiorentini da loro lanciati in quel periodo. Io con quel mondo lì non volevo avere niente a che fare e non rimpiango quella scelta. Mi fecero un sacco di promesse che poi non mantennero. Pensavo che firmando con una grossa etichetta mi si sarebbero aperte chissà quali porte, e invece in quei due anni feci letteralmente la fame.
E' innegabile come nelle esibizioni dal vivo dei Diaframma, il livello di catarsi aumenti in maniera esponenziale durante l'esecuzione dei classici del passato. Anche le nuove generazioni appaiono a volte come pregne di nostalgia per il passato...
Non direi, non completamente, prova a prestare attenzione quando facciamo "Labbra blu", "Vaiano", "L'Orgia" e "Mi sento un mostro"...
Gli aspetti testuali dei Diaframma: amori degenerati, male di vivere, disillusione, desiderio, occasioni mancate, il freddo dell'anima, la speranza di redenzione, gli amici che si adeguano al sistema, il tempo che scorre via, inesorabile, tutti capisaldi della tua poetica. Ti ritrovi in questa descrizione?
Sì, abbastanza. A questo proposito ti regalo un'anticipazione da uno dei nuovi testi: "C'è stato un tempo dove i miei migliori amici erano i Ramones/ e ogni loro nuovo disco era una festa/ Cosa mi hai portato oggi, cosa mi hai portato?/ Erano anni verdi di orgogliosa solitudine/ e di fragilità estrema/ Chissà se sarò mai un uomo un giorno, chissà se lo diventerò".
Le caratteristiche peculiari della tua scrittura risiedono spesso nell'irriverenza ("infilo quattro dita nel culo/le tiro fuoi piene di merda") e in una deliziosa sessuomania ("vorrei partecipare almeno una volta a un'orgia"). Ti senti di essere una sorta di precursore di certe tematiche, almeno nel circuito underground nazionale?
Non direi, il sesso è stato inventato molto prima di me.
Dal punto di vista musicale invece i Diaframma si sono gradualmente spostati verso un cantautorato impegnato e maturo, nel quale la dark-wave degli esordi si stempera in mille nuove soluzioni. E' il frutto anche dei numerosi cambi di line-up?
Può darsi, ma sicuramente molto è dipeso dal fatto che mi sono messo a cantare. Questo ha significato un approccio diverso alla chitarra, più ritmico, da accompagnamento. Ultimamente penso di essere tornato un po' al vecchio stile wave in alcuni pezzi nuovi.
A proposito di line-up: a quale formazione ei Diaframma ti senti romanticamente più legato?
Senz'altro quella di "Siberia".
Quale invece secondo te era la più efficace?
Quella di "Siberia" e questa attuale.
I negozi di dischi stanno morendo, i ragazzi oggi vivono la musica attraverso selezioni personalizzate sui rispettivi i-Pod. In palestra vedo eserciti di automi ognuno con le proprie cuffiette e si comunica sempre meno. Per alcuni versi si ha la sensazione che oggi la musica tenda più a dividere che a unire...
Può darsi, non saprei. Io resto affezionato al passato. Odio ascoltare musica in modo casuale, ho bisogno del mio stereo, di solitudine e di concentrazione. Dopo con calma, inizio a sognare e godere.
Non sono abbastanza sociologo per poter esprimere giudizi su come vivono i giovani e su come fruiscono la musica. Complessivamente a me risultano simpatici.
Volevo chiederti il tuo pensiero su Manuel Agnelli. Alcuni suo progetti tipo il Tora! Tora! o "Il paese è reale" hanno avuto un effetto trascinamento per la scena indipendente nazionale, oppure hanno privilegiato soltanto alcuni nomi?
Agnelli ha fatto per sé e in seconda battuta per gli altri. Ha offerto delle chance, non andrei troppo per il sottile nel considerare il suo lavoro. E' indubbio che una mano a qualcuno l'ha data.
Cosa ascolta oggi Federico Fiumani? E' ancorato agli amori del passato oppure ama mettersi a caccia di gustose novità?
Fiumani è saldamente e orgogliosamente ancorato alla musica del passato. Le deluxe edition con bonus e Dvd troneggiano nel mio reparto delle novità. Ogni volta che esce una ristampa punk, post o wave, è festa grande dalle mie parti. Finalmente un modo sano, mi dico, per spendere i miei euro.
Un altro modo sono i Dvd di Rocco Siffredi a 5 euro alle bancarelle di Piazza dei Cinquecento a Roma.
Cosa ti piace della nidiata recente di musicisti indipendenti italiani?
I Cani.
Hai un rimorso artistico? Qualcosa che se tornassi indietro non rifaresti?
Forse negli anni 90 ho coltivato troppo il mio orticello da solo, avrei dovuto maggiormente confrontarmi con gli altri, ma del resto gli altri chi erano? Dov'erano?
Il nome di qualche musicista italiano e internazionale per il quale faresti carte false per collaborare...
In Italia dico Paolo Conte e Francesco De Gregori.
All'estero Tom Verlaine.
Hai iniziato a suonare alla fine degli anni 70, a distanza di oltre trent'anni sei ancora saldamente in sella, inizi a sentirti un artista transgenerazionale?
No, mi sento un piccolo artigiano, però la tua definizione ammetto che mi lusinga un po'.
DIAFRAMMA: | ||
Altrove (Ep, Contempo, 1983) | 6,5 | |
Siberia (IRA, 1984) | 8 | |
3 Volte Lacrime (IRA, 1986) | 6 | |
Boxe (Diaframma, 1988) | 5,5 | |
Diaframma 8183 (Contempo, 1989) | ||
In Perfetta Solitudine (Ricordi, 1990) | 6,5 | |
Da Siberia Al Prossimo Weekend (Ricordi, 1991) | 5 | |
Live And Unreleased (1992) | 6 | |
Anni Luce (Diaframma, 1992) | 5,5 | |
Il Ritorno Dei Desideri (Contempo, 1994) | 4,5 | |
Non è Tardi (Abraxas, 1995) | ||
Sesso E Violenza (Flying Records, 1996) | 5,5 | |
Albori 1979-83 (Self, 1997) | 7 | |
Scenari Immaginari (Self, 1998) | 6 | |
Coraggio Da Vendere (Self, 1999) | ||
Live Al Rototom (2000) | ||
Canzoni Perdute (2000) | ||
Il Futuro Sorride A Quelli Come Noi (Self, 2001) | 6,5 | |
Sassolini sul Fondo del Fiume (2002) | 6,5 | |
I Giorni Dell'Ira (Self, 2002) | 7 | |
Live al Big Club (1988 - 2002) | ||
Volume 13 (Self, 2004) | 5 | |
Live & Unreleased (Venus, 2007) | 6,5 | |
Difficile da trovare (Diaframma, 2009) | 5,5 | |
Live 09-04-2011 (Diaframma, 2011) | 6,5 | |
Niente di serio (Diaframma, 2012) | 7 | |
Demos 1982 - Live 1983(antologia, Synthetic Shadows, 2013) | 7,5 | |
Preso nel vortice (Diaframma, 2013) | 6,5 | |
Siberia Reloaded 2016(Diaframma, 2016) | 6 | |
The Self Years 1998-2017(antologia, Diaframma, 2017) | 7 | |
L'abisso (Diaframma, 2018) | 6,5 | |
Ora (Diaframma, 2022) | 7 | |
FEDERICO FIUMANI: | ||
Confidenziale (1994) | 6,5 | |
Donne mie (2006) | ||
Un ricordo che vale dieci lire (2014) | ||
Concrete Music (2015) | ||
Il primato dell'immaginazione (con Alex Spalck, DIA, 2018) | 6,5 | |
Neogrigio (libro + 7", Lacerba, 2019) | 7,5 |
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