Quanti storceranno il naso davanti al fatto compiuto di un classico della new wave italiana interamente risuonato e ricantato?
Nel caso di "Siberia", Federico Fiumani ha conseguito sul campo i galloni del revisionista, in virtù della presenza in tutte le incarnazioni dei Diaframma, di unico continuatore di quell'epopea, e - aspetto non certo secondario - come conseguenza naturale del fatto che questi brani li ha continuati a proporre durante i concerti, con la propria interpretazione vocale al posto della storica di Miro Sassolini.
Fiumani, con l'ausilio dell'attuale rampante band che lo accompagna, ha deciso di dar vita a una reissue completamente diversa rispetto a quelle già avvenute a più riprese in passato. Questa volta niente rimasterizzazioni o bonus impolverati, anzi "Elena" e "Ultimo Boulevard", presenti in tutte le riemissioni precedenti, vengono del tutto ignorate.
I Diaframma di oggi rileggono l'intera scaletta attraverso una chiave di lettura inedita, risuonano tutto da zero, alla luce di un approccio modernista, cercando di sdoganare quel monolite dall'impasse di un suono così anni 80, trasmutandolo in un qualcosa di - secondo loro - più adeguato alle nuove generazioni, modificando persino alcuni dettagli non proprio trascurabili, come il sassofono della title track sostituito da un solo di chitarra...
In più vengono inserite cinque nuove tracce (scritte oggi con il senno di allora, e qualitativamente in linea con la produzione dei Diaframma più recenti) e sette intermezzi strumentali, registrati e prodotti nel proprio studio casalingo da Gianni Maroccolo.
La sorpresa è che proprio questi ultimi sono quelli che meglio riescono a preservare e rinvigorire l'atmosfera dell'epoca, plumbea e misteriosa, a tratti oppressiva. Il resto farà inevitabilmente discutere, perché tutta la decadenza e l'introspezione delle registrazioni originali risultano levigate da un suono troppo pulito, perché l'espressionismo cupo e intimista diviene ora eccessivamente rischiarato da una nuova luce che smorza il grigio e la poetica inquieta, perché l'influenza di Cure e Joy Division scompare quasi del tutto, annacquata dalle linee-guida del moderno cantautorato indipendente.
Una scommessa riuscita a metà, che scontenterà i puristi e i fan storici della band, e che presumibilmente non avrà la forza necessaria per reclutarne di nuovi, nonostante l'indiscutibile qualità del materiale.
Il progetto riesce però a chiudere fatalmente il cerchio su "Siberia", risultando un degno complemento al contenuto della bella raccolta - questa sì indispensabile per chi voglia ricostruire il percorso artistico della band nelle sue varie sfaccettature stilistiche - "Live & Unreleased", dove venivano incluse alcune versioni dal vivo cantate da Nicola Vannini, la primissima voce dei Diaframma, nel 1983, o dell'ancor più recente "Demos 1982 - Live 1983".
Il secondo pregio da attribuire a questa versione "Reloaded" è che ci mette addosso il desiderio di tornare ad ascoltare non solo l'originale, da troppo tempo immobile sullo scaffale, ma persino di tirar via le ragnatele da "Seventeen Seconds", "Unknown Pleasures" e dai primi dischi di Litfiba e Cccp. E non è certo un risultato da poco...
26/10/2016