Federico Fiumani è un artista così, di quelli prendere o lasciare. Ma il suo cantato sbilenco, la sua andatura stralunata, i suoi meravigliosi racconti metropolitani, i continui riferimenti testuali al sesso ed al tempo che scivola via, sono oramai inconfondibili marchi di fabbrica che hanno segnato più di una generazione.
Questa volta poi Federico ha davvero partorito un disco coi fiocchi: "Niente di serio" è uno dei lavori più riusciti nel recente percorso artistico dei Diaframma, nettamente superiore al precedente "Difficile da trovare". Un annetto fa aveva già dato la giusta scossa attraverso il sospiratissimo primo live della band in oltre tre decenni di carriera, arricchito dalla presenza di significativi ospiti e ripescaggi storici da un passato eroico.
Fiumani oggi è un totem, un mito del cantautorato italiano, ma non è certo intenzionato a vivere di rendita, e con le sue parole descrive ogni volta l'evoluzione di un mondo in continuo mutamento, osservato attraverso uno sguardo che disco dopo disco diventa più maturo e disilluso. "Niente di serio" contiene i nuovi grandi classici del repertorio dei Diaframma: zampate vincenti quali "Entropia" e "Madre superiora" vanno a posizionarsi con merito accanto ai grandi titoli della band. L'album è ineccepibile dal punto di vista musicale, frutto del lavoro compositivo di un gruppo oramai rodato e compatto: Federico canta e suona la chitarra con ritrovata grinta, e accanto a lui si muove un'eccellente sezione ritmica formata da Luca Cantasano al basso e Lorenzo Moretto alla batteria. A questi si aggiunge la partecipazione straordinaria di Gianluca De Rubertis (Il Genio) alle tastiere.
Molte soluzioni ricercano il pathos, in un disco che sorprende per aggressività ed energia ("La botta di energia del rock", la title track). Ovunque emerge la grande attenzione riservata ai particolari e i continui spunti appassionati, come il solo di Giulio Cercato in chiusura "Nilsson".
Sempre in bilico fra new wave e modernità, Federico si conferma autore fuori dal tempo, fuori dalle mode, uno dei compositori più originali e sinceri di casa nostra. Un personaggio che pur conservando un seguito ultra-fedele avrebbe meritato (e meriterebbe) platee ben più numerose. Chissà che proprio "Niente di serio" possa affermarsi come il disco giusto per scardinare tante porte e tanti cuori.
Gli ingredienti ci sono tutti, dagli episodi più rotondi e canticchiabili ("Vivo così", "Carta carbone", "Un orologio rotto") a quelli più strutturati (gli oltre sei minuti di "Grande come l'oceano", con la lunga coda strumentale), fino a quelli più intimistici ("Absurdo Metalvox", "Tempesta nel mio cuore", "Anime morte").
"Niente di serio" è il disco che rilancia nel nuovo millennio una presenza importante, confermando i Diaframma come patrimonio nazionale di inestimabile valore, sia per il fondamentale contributo passato, sia per l'attuale (per molti imprevista) vivacità.
28/01/2012