Il più grande difetto dei Diaframma risiede nel fatto che continuano a suonare esattamente con lo stesso approccio di tre decenni fa. E se negli anni 80 gli anteponevo i nomi di punta della dark wave internazionale (Cure, Joy Division, Bauhaus, Siouxsie), anche oggi continuo a preferirgli la più fresca new new wave di Interpol, Editorse affini.
Il più grande pregio dei Diaframma è, invece, quello di suonare esattamente con lo stesso approccio di tre decenni fa, incuranti delle mode che passano e del fatto di ritrovarsi inesorabilmente fuori moda.
La formazione è completamente rivoluzionata rispetto ai fortunati esordi ("Siberia" nel 1984 superò le 50.000 copie !); resta come fulcro del progetto l'eroica figura di Federico Fiumani, da sempre il poeta (e la chitarra) della band, il sacerdote di una generazione di cantori del quotidiano, il profeta di quello che fu il nostro disagio adolescenziale (già qualche anno prima del terremoto grunge), un personaggio che continua a contare su una schiera di fedelissimi pronti a sostenerlo qualsiasi amenità possa cantare.
Per la prima volta in trentuno anni di carriera, i Diaframma danno alle stampe un disco interamente dal vivo, sintesi di un'indimenticabile serata tenuta il 9 aprile di quest'anno al Viper di Firenze.
Fiumani e compagnia giocano in casa e si circondano per l'occasione di ospiti significativi, a partire da Miro Sassolini (servono presentazioni?) che interpreta la vibrante sequenza da KO tecnico "Amsterdam" / "Siberia". Chi è cresciuto ascoltando "Pornography" non potrà restare insensibile.
Andrea Chimenti (ex Moda, oggi titolare di un brillante percorso solista) nobilita "Labbra blu" (altro vertice del disco) e la cover della bowiana "Ziggy Stardust", mentre il cantante dei Neon Marcello Michelotti interviene su "Delorenzo" e ripropone la propria "Information Of Death".
Federico non perde l'occasione per sottolineare che "è iniziato tutto a Firenze", quella Firenze che negli anni 80 fu culla di una scena in grado di produrre le migliori band della wave italica: oltre a quelle già citate, vanno ricordati almeno i Punkow ed i primissimi Litfiba.
Amori degenerati, male di vivere, il freddo dell'anima, la speranza di redenzione: Fiumani conferma tutte le caratteristiche peculiari dei propri testi. È tanto irriverente nel cantare "infilo quattro dita nel culo / le tiro fuori piene di merda" (in "Mi sento un mostro"), quanto deliziosamente sessuomane nel declamare "vorrei partecipare almeno una volta a un'orgia" (in "L'orgia").
Accanto a Fiumani (chitarra e voce) sul palco ci sono Luca Cantasano al basso e Lorenzo Moretto alla batteria, con Francesco Renzoni aggiunto alle tastiere in "I figli sopravvivono" e " Siberia".
La serata del Viper ha evidenziato un equilibrio fra brani storici e composizioni più recenti, compresa "Io sto con te (ma amo un'altra)", contenuta nel recente ritorno dei Diaframma "Difficile da trovare", pubblicato un paio d'anni fa.
È innegabile però quanto il livello di catarsi aumenti esponenzialmente durante le riproposizioni dei gioielli del passato, con la nostalgia dei vent'anni che riaffiora inesorabile. I Diaframma, quelli veri, sono quelli di "Siberia"; oggi costituiscono più che altro un supporto alla carriera solista di Federico Fiumani, non per niente in copertina campeggia una foto raffigurante soltanto lui.
Una carriera che merita tutto il rispetto possibile. E che su questi solchi transgenerazionali viene giustamente celebrata.
01/06/2011