Gurf Morlix

Blaze Foley's 113th Wet Dream

2011 (Rootball)
americana, country-folk

I gotta guitar all my own
I gotta quarter for the telephone
I ain't headed down this highway all alone
One two three and maybe four
Honey, they're knockin' on my door
you know I'm gonna miss you when I'm gone

(Townes Van Zandt - Blaze's Blues)

Blaze Foley, al secolo Michael David Fuller, era un ragazzone che portava in giro per le strade di Austin i suoi folti baffi e la sua lunga barba incolta all'ombra di un cappellaccio da cowboy. Senza una fissa dimora, disinteressato alle cose materiali e con uno stile di vita del tutto sregolato, Blaze Foley era una "contraddizione ambulante", per via dei suoi modi estremamente gentili e della sua grande generosità che si contrapponevano alla figura imponente e alle sembianze rudi. Ma Blaze Foley era soprattutto un artista pieno di talento, in grado di trasporre in musica quella stessa sensibilità che caratterizzava la sua indole e di scrivere brani profondi e penetranti quanto i suoi occhi azzurri.

Gurf Morlix è da una parte un acclamato produttore di musica country-rock, dall'altra un talentuoso chitarrista e cantautore che ha vissuto il suo percorso artistico quasi sempre nelle retrovie, affiancandosi a nomi del calibro di Lucinda Williams, Ray Wylie Hubbard, Slaid Cleaves, Butch Hancock (e la lista, che annovera naturalmente anche Foley, potrebbe continuare...) e dedicandosi in parallelo a una più "modesta" carriera solista.
Nel ventiduesimo anniversario dalla triste morte dell'amico Blaze Foley, ucciso con una calibro 22 in circostanze poco chiare all'età di trentanove anni, in concomitanza con l'uscita di un documentario dal titolo "Blaze Foley: Duct Tape Messiah", Morlix pubblica una raccolta in cui reinterpreta alcuni brani di Foley, dando finalmente alle stampe un progetto sul quale lavorava già da tempo e che forse nessuno avrebbe saputo portare a termine con gli stessi risultati.

Quindici sono le composizioni che costituiscono "Blaze Foley's 113th Wet Dream", quindici brani che rispecchiano le diverse sfaccettature della produzione del songwriter statunitense, quindici canzoni tenute idealmente insieme dallo stesso nastro adesivo che compone il nome di Gurf sulla front cover dell'album e che Foley amava a tal punto da ricoprirvi qualunque cosa, dai suoi stivali al suo portafogli.
Accanto ad un paio di classici di Foley portati al successo da grandi nomi del firmamento country (la toccante "If I Could Only Fly" da Merle Haggard e la deliziosa "Clay Pigeons" da John Prine), il centotredicesimo "sogno bagnato" di Blaze Foley contiene svariati brani che non hanno avuto la stessa fortuna di una vetrina così importante, brani che pochi al di fuori di chi vide Foley esibirsi dal vivo nel corso della sua breve esistenza hanno avuto mai occasione di ascoltare.

Gli arrangiamenti di Morlix, tra intrecci di chitarre, palpiti di bassi e tappeti di batteria, conferiscono al repertorio di Foley una connotazione lievemente più "ruvida", spostando il baricentro dell'originale country-folk in direzione di una delicatissima Americana. L'abilità di Morlix risiede soprattutto nel riuscire a preservare la vera essenza dei singoli brani, senza appiattirli in una univoca reinterpretazione (rischio che è sempre dietro l'angolo quando ci si cimenta in un album di cover): convivono così ritmi scanzonati dal sapore rockeggiante ("Baby Can I Crawl Back To You", "No Goodwill Stores In Waikiki") o country-oriented ("Big Cheeseburgers And Good French Fries"), commoventi canzoni d'amore (dalla malinconica "For Anything Less", alla straziante "Oooh  Love", alla dolcissima "Picture Cards"), ballate venate d'amarezza ("Rainbows And Ridges", "Cold Cold World"), composizioni che piegano verso l'alt-country ("Down Here Where I Am", "Small Town Hero", dove la chitarra di Gurf sembra voler trafiggere il cuore). Una menzione speciale va alla title-track, che con il suo piglio da "mid"-talkin-blues e il suo testo irriverente (già anticipato dal titolo stesso!) rappresenta senz'altro il passaggio più divertente dell'album. La voce calda e un po' roca di Morlix chiude il cerchio, conferendo ai brani una vibrazione intensa e fungendo da vero collante (o, più propriamente, da nastro adesivo) del tutto.

Con "Blaze Foley's 113th Wet Dream" Gurf Morlix riesce nell'intento di (ri)portare alla luce la bellezza delle composizioni di Foley, dando il suo piccolo contributo alla visibilità di questo artista.
Se ad aprire la presente recensione sono state le parole di Townes Van Zandt, che apprezzava il lavoro dell'amico e compagno di bevute Blaze a tal punto da decidere di dedicargli una canzone svariati anni dopo la sua morte, a chiuderla saranno le parole dello stesso Foley, tratte da uno dei testi che meglio lo rappresentano, con l'augurio che l'ascolto dell'album di Morlix possa invogliare il maggior numero possibile di persone a recuperare i brani perduti di un grande cantautore.

I'd like to stay but I might have to go to start over again
Might go back down to Texas, might go to somewhere that I've never been
And get up in the mornin' and go out at night and I won't have to go home
Get used to bein' alone
Change the words to this song
Start singin' again

(Blaze Foley - Clay Pigeons)

26/02/2011

Tracklist

  1. Baby Can I Crawl Back To You
  2. Big Cheeseburgers And Good French Fries
  3. Clay Pigeons
  4. If I Could Only Fly
  5. No Goodwill Stores In Waikiki
  6. For Anything Less
  7. Oh Darling
  8. Picture Cards
  9. Down Here Where I Am
  10. Oooh Love
  11. Small Town Hero
  12. Rainbows And Ridges
  13. Blaze Foley's 113th Wet Dream
  14. In The Misty Garden / I Shoulda Been Home With You
  15. Cold Cold World

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