Dopo un singolo ("Voci di Marinai", 2009) e un tiepido esordio omonimo, il sestetto calabrese dei Nuju affiora grazie ad "Atto secondo". Oltre agli omaggi revisionisti, tra cui i due saltarelli celtici alla Pogues che aprono e chiudono il disco, "Parto" e "Fuoco" (quest'ultimo con synth straniante), lo ska-core dei Mano Negra di "Un fiore", il Fossati de "La mia banda suona il rock" di "Zingara" e la taranta macabra di Capossela in "Disegnerò", il combo si distingue per gli arrangiamenti. Il tango-rock misto a techno-pop à la Subsonica di "Il solito" ne è solo l'esempio più debole. Spiccano soprattutto le fanfare di tastiere e fisarmonica di "L'equilibrista", il patchwork babelico di lingue (con intensità quasi operistica) di "Mamamia", e ancor di più il synth ventoso che svirgola il ritornello corale di "Movement", inanellando anche incisi di effetti sonori.
Rimescolamento-aggiornamento del patchanka italico prodotto con discreta imprevedibilità e sferragliato a ritmo contagioso. Politicizzato ma con ironia, sentimentale ma con soda caustica. Ospiti: Francesco Moneti (violino, già con i Modena City Ramblers), Gennaro "Mandara" De Rosa, Manuel Franco e Antonio Rimedio (Il Parto Delle Nuvole Pesanti, 99 Posse), Lorenzo "Loz" Ori (co-produttore, già con Massimo Volume, Paolo Fresu e Kocani Orkestar).
13/04/2011