"We connect Satie with Thoreau"*
Novanta composizioni per voce e oggetti. Di illusoria realtà e di matrice completamente mentale.
Sono nate nel periodo probabilmente più fertile di John Cage, quel lontano 1970 in cui gli furono commissionati due set di canzoni per Cathy Barberian e Simone Rist.
Cage basò il suo metodo di scrittura e organizzazione dell’opera sull’utilizzo del libro-oracolo cinese I Ching a cui si riferì per sapere: quante canzoni comporre, con quale il ruolo di ognuna e i mezzi con cui costruirle. Moltissime variabili che andavano a costituire l’eterogeneità di un manoscritto imponente, oltre trecento pagine, e che andava mentalmente a proseguire l’opera già iniziata da Cage nella serie “Solo For Voice” del 1958.
Di tutto questo non fu fatta alcuna registrazione. Cage asserì ai tempi che non fossero necessarie e anzi sosteneva che questi brani per voce, elettronica, e strumenti concreti, venissero riprodotti in un’interpretazione decisamente libera.
Una visione che ben si collega non solo all’opera generale dell’artista americano ma anche all’animo teatrale e performante che attraversa e segna questa raccolta di pezzi.
Un valore che nasce dalla volontà dichiarata di Cage di connettere, cucire insieme la musica di Satie e le parole dello scrittore romantico americano Thoreau: unirle attraverso percorsi immaginifici visuali, materiali, del tutto estranei al diretto spoken word o a un semplice re-interpretazione. Un passaggio metabolico estetico vissuto mentalmente, che trova stralci di riferimenti e riflessioni lungo tutte e novanta le composizioni, senza però cingerle in una forma lineare.
Palchi silenziosi interrotti da maledizioni e voci incomprensibili, oscure litanie epilettiche care alla
Diamanda Galas più sanguigna, linee pittoriche astratte tradotte in ululati elettronici e ingranaggi carotidei, l’interpretazione di Loré Lixemberg e Gregory Rose è stata sicuramente un percorso difficile e pesante. Un processo creativo totale che è stato montato e tradotto da Robert Worby con casualità e dedizione (come richiedeva lo stesso Cage), riuscendo a mostrarci ancora la grandezza di un genio non relegato nel suo tempo e nel suo spazio culturale, capace anzi di poter rappresentare ancora punti di riflessione ed evoluzione.
La ristampa della Sub Rosa (nell'ambito della ricorrenza dei cento anni dalla nascita di Cage) non solo è eccellente a livello di qualità sonora, ma è accompagnata da un importante corredo di note e appunti, riflessioni e analisi sull'opera in questione in un
booklet sostanzioso. Altro motivo in più per raccogliere questa testimonianza del grande compositore americano.
* Cit. da John Cage - “Diary: How To Improve the World (You Will Only Make Matters Worse)”
03/12/2012