Robert Hampson

Répercussions

2012 (Editions Mego)
abstract-impro, avant-garde

L'ex-Loop e Main e recente alfiere del caos calmo Robert Hampson dà alle stampe il suo terzo disco solista, nell'iter (ormai usuale) di scambio d'organico tra la Touch e la Editions Mego di Peter Rehberg. L'antefatto è già importante al fine di inquadrare questo "Répercussions": dai sentieri cosmici di "Vectors", improntati perlopiù sulla ricerca di un'estetica, si passa alla pura improvvisazione d'avanguardia, entrambi trademark delle rispettive etichette.

L'album raccoglie tre composizioni totalmente estranee fra di loro, e ciascuna composta per una particolare occasione: è in sostanza un riassunto dell'opera avanguardistica di Hampson, che ha usato questi brani, prima ancora di inciderli, in altrettante performance live tra il 2008 e il 2012.
La title track è un'avvinghiante odissea concreta - composta non a caso su commissione del GRM per un esperimento dal vivo di diffusione sonora - e che si muove tra onde soniche à-la-Stockhausen, pianoforti in dodecafonia, metallofoni sinistri e occasionali sprazzi di atmosfera, il tutto modificato (ma neanche troppo) e remixato attraverso hardware analogici (moduli di synth, generatori di onde sonore, tape loop). "De la Terre à la Lune" è un assemblaggio di vecchi campioni sonori, alcuni risalenti addirittura alle session di "Vectors", mescolati, compattati e "digitalizzati" in venti minuti di incubi cosmici - sfuriate noise, ronzii, vuoti sonori, droni oscuri - al fine di fungere da colonna sonora per uno spettacolo multimediale del Planetario di Potiers.

La conclusiva "Antartica Ends Here" - già apparsa in uno split con i Cindytalk - è l'unico vero lampo di genio del lavoro: una nota di pianoforte viene dilatata mediante un field recording di una foglia di Bamboo mossa dal vento, fino a rassimilare il suono di un violino. Omaggio all'omonima ultima traccia di "Paris 1919" di John Cale e situato a metà strada tra ricerca e suggestione, il brano si adagia su un sound contemporaneamente languido e sinistro, avvicinandosi con forza alle trame cameristiche di Soliman Gamil.

"Répercussions" non è, in conclusione, il nuovo album di Robert Hampson, ma un documentario di difficile digestione sul versante meno noto della sua opera recente. Un lavoro capace di affascinare così come di annoiare, che non sorprende né delude ma si limita a svolgere il suo compito, in attesa dell'annunciato parto gemellare che segnerà, con tutta probabilità, il vero ritorno del musicista.

19/09/2012

Tracklist

  1. Répercussions
  2. De la Terre à la Lune
  3. Antarctica End Here

Robert Hampson - Loop - Main sul web