Candy Claws

Una mitologia frammentaria e rimasticata guida le nuove mosse del collettivo più freak dell’underground americano: sorta di cartoon psichedelico, “Ceres & Calypso In The Deep Time Forever” narra, con la solita visione plastica e appannata del gruppo di Fort Collins, vicende ammantate di una magia lussureggiante e ineffabile.
Rispetto all’affascinante viaggio sottomarino dello scorso “Hidden Lands” terre nascoste Miyazaki-ane, questo terzo disco rappresenta però una decisa normalizzazione della musica della band.

Voci gracchianti e beat cavernosi (sound complessivamente irritante), come se provenienti dal disco dell’ultima “scoperta” 4AD, incrinano e infine disintegrano l’innocente substrato di sogno che permeava “Hidden Lands”, facendo approdare “Ceres & Calypso” in un dissonante incubo di adultità (“Fern Lake (Illusion)”), in cui tutto si fa angosciosamente distinto.
Spesso sembra di ascoltare una versione vagamente freak di materiale dei Beach House (“Fell In Love (At The Water)”, “Fern Prairie (Charade)”) o di St. Vincent.

Incursioni folk (“Fallen Tree Bridge (Brave Rainbow)”), power-pop (“New Forest (Five Heads Of The Sun)”), suggestion latine (“Pangea Girls (Magic Feeling)”) non risolvono l’inquietudine di fondo della ricerca di un pubblico attraverso le canzoni – al prezzo dell’anima?

08/07/2013