Cher

Closer To The Truth

2013 (Warner Bros)
dance, pop

No, non ridete. Troppo facile sparare a zero su Cher, personaggio oggi quasi parossistico e kitsch per eccellenza, famosa per l'uso massiccio di parrucche e plastiche facciali (quando non usa direttamente il nastro adesivo), il vocione da contralto e i look esosi, le decine di Farewell Tour, le malignità sul suo perseverare a far la giovinetta in veneranda età (che, a detta sua, è ferma a 40!), e le maldicenze sul figlio transgender. Certo, a guardare la (terribile) copertina di questa sua ventiseiesima fatica ufficiale, un sorrisetto viene quasi spontaneo, ma non bisogna cadere nella trappola: Cher pratica l'arte del servirsi su un piatto d'argento da tempi immemori, portando avanti in maniera esemplare la semplice quanto brutale ricetta della longevità come solo pochissime navigate popstar sanno fare (Bowie, Madonna). E in tal senso, la Signora detiene indubbiamente le sue porche soddisfazioni. Dal 1965 ad oggi, Cher le ha viste tutte, attraversando con leggerezza - e una punta di sarcasmo - sei decadi di musica in costante movimento. Pur con successo di pubblico alterno, la sua carriera ha costeggiato passo passo lo svolgersi delle mode nel pop (e nel cinema) in una trafila che sembra andare avanti veramente all'infinito.

Irriconoscibile oggi, eppure era proprio lei! La timida ragazzina col nasone al fianco di Sonny Bono negli spassosi episodi in tv, che andò a scalzare i Beatles dal n. 1 in classifica in Uk, e poi rinacque figlia dei fiori freak che cantava il folk di Dylan e sognava i Led Zeppelin. È stata il ribelle spirito mezzosangue che cavalcava nuda nelle praterie, e la fatale "Dark Lady" di nero vestita; è stata un'elegante interprete di brani d'autore della canzone americana e del jazz, e poi una rinata diva disco negli anni d'oro della Casablanca, quando (sempre nuda) pretendeva di farsi portare a casa. È stata la più improbabile delle new waver nei primi anni 80 e, successivamente, una capellona soft-rock alla Bolton, interprete di fortunate ballatone al glucosio (accompagnate da indimenticabili video!). Ha camminato per Memphis con Elvis, ed è giunta all'inaspettato successo planetario con la svolta dance di "Believe" - venti milioni di copie vendute, tutte grazie all'omonimo singolo nel quale cantava con la voce intubata dall'ormai onnipresente vocoder (Kanye West ringrazia).
Ha sorpassato pure la fatidica soglia del nuovo millennio con la svolta biondo platino del velleitario "Living Proof" (ma come dimenticare "The Music's No Good Without You"?), un contratto da 180 milioni di dollari per tre anni di residenza al Colosseum di Las Vegas, e il ritorno col musical "Burlesque" a fianco di una rediviva Christina Aguilera. È stata ottima attrice su tanti film famosi - riuscendo tra l'altro a reggere mirabilmente la parte della coinquilina lesbica a fianco di Meryl Streep, che non è cosa da poco - e ha fatto una discreta incetta di premi (Academy, Grammy, Emmy, Golden Globe...). Sempre lei, Cher, che fu la donna delle pulizie in casa di Phil Spector e una corista per le Ronettes, amante di Warren Beatty e di Gene Simmons, e fece da babysitter ad Anthony Kiedis. Insomma, basta guardare e lei c'è, Santa Patrona dello Spettacolo che da sei decadi a questa parte risorge in ogni dove, come la proverbiale Phoenix from the Flames e ammicca co un serafico sorrisetto da Mona Lisa. Del resto, se non lo facesse lei, chi altro?

A questo giro di ruota, la fenice si è pure presa la libertà di rifilarci la cosiddetta sòla. Un terzo disco di dance sui generis in quindici anni poteva anche risparmiarcelo. E dire che "Closer To The Truth" doveva essere un disco di country/rock - genere che calza pure bene con le sue corde vocali (e taccio del fatto che persino la sua ottuagenaria madre, Georgia Holt, ha pubblicato un disco del genere l'anno scorso!) - ma il "successo" del remix di "You Haven't Seen The Last Of Me" (dalla colonna sonora del sopracitato "Burlesque") ha fatto optare per l'ennesimo ritorno in pista. A lei la scelta parrà ovvia - adesso grazie a tale remix ha un #1 sulle classifiche di Billboard per ben sei decadi consecutive - ma il disastro è annunciato.

Innanzi tutto, il tempismo. Sarà anche una popstar navigata, ma il già di per sé scialbo singolo di lancio "Woman's World" è scivolato fuori dallo studio un anno fa ed è stato lasciato in circolazione senza video fino al mese scorso (e quando è arrivato... Dio mio che video! Lo potete vedere qui accanto). Fatto sta che il tanto chiacchierato duetto con Lady Gaga - che doveva pure essere prodotto da RedOne - è stato infine archiviato da quest'ultima, che evidentemente non vuole distrazioni durante il faraonico lancio del suo imminente "Artpop". Così sono rimasti i credits di P!nk, che firma due brani, un'apparente visita di Jake Shears (dice su "Take It Like A Man" ma non si sente affatto - e dire che il titolo sembra proprio quello giusto), la produzione dei soliti noti Mark Taylor e Billy Mann, più una brevissima comparsata relegata a una bonus track ("I Don't Have To Sleep To Dream") di Timbaland, che però in campo strettamente dance non infila niente di veramente originale dai tempi di Nelly Furtado, e si sente.

Il disco si divide in due: la prima parte è il temibile dance de force, ove i beat picchiano possenti, i synth sfrigolano frenetici, le melodie sembrano tutte possibili sigle d'apertura per la Drag Race di RuPaul, e Cher spadroneggia sempre in ottima forma vocalmente parlando - in due parole: ordinaria amministrazione. La seconda parte - quella che va da "Sirens" fino alla fine - è invece dedicata ai brani più lenti, le ballatone enfatiche (come il prossimo singolo "I Hope You Find It" che fu di Miley Cyrus), e i momenti da musical con vaghissimi accenni country. Chi, come me, è cresciuto ascoltando costantemente negli anni la consolante voce della Signora, in una salsa o nell'altra, potrà certamente trovare qualche bell'interpretazione piena di grinta e sentimento, ma è sempre e solo grazie a lei, perché musicalmente il tutto è impietosamente dozzinale e stra-sentito dalla prima all'ultima traccia, e negarlo sarebbe come nascondere la testa sotto la sabbia.

Poco male. Nella carriera di Cher, "Closer To The Truth" è un bruscolino appena, incapace di aggiungere o scalfire in alcuna misura. Potrei quasi scommettere che, se fosse uscito ai tempi del vinile, oggi rimarrebbe uno dei dischi privi di ristampa, come già successo a diversi episodi del passato, tipo "Stars" o il periodo di "Black Rose" (che pure sono molto più meritevoli di questo). Salvo inaspettata smentita, il disco si presenta nel 2013 con un sound e una perspicacia melodica che sa di flop annunciato, ma disperarsi è inutile, tanto se esiste una persona al mondo in grado di andare avanti sino al giorno del giudizio, questa è proprio Cher.

Rimane invariato l'amore e il rispetto eterno per il personaggio. E a chi osa muoverle le solite critiche, rispondono le parole che lei stessa pronunciò durante l'ultimo tour per le varie Britney e JLo: "Follow this, you bitches!".

26/09/2013

Tracklist

  1. Woman's World
  2. Take It Like A Man
  3. My Love
  4. Dressed To Kill
  5. Red
  6. Lovers Forever
  7. I Walk Alone
  8. Sirens
  9. Favourite Scars
  10. I Hope You Find It
  11. Lie To Me
  12. I Don't Have To Sleep To Dream*
  13. Pride*
  14. You Haven't Seen The Last Of Me*

*solo nella versione deluxe

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