Human Eye

4: Into Unknown

2013 (Goner Records)
art-garage/punk, freak-space-garage

Ultimamente impegnato con la ragione sociale Timmy’s Organism, Timmy "Vulgar" Lampinen torna, finalmente, dalle parti del suo più grande amore, gli Human Eye, con cui è giunto al quarto capitolo di un’avvincente saga sci-fi garage-punk.

Con “4: Into Unknown”, comunque, il pazzoide di Detroit ha pensato bene di allargare la gamma delle soluzioni, presentandosi subito con uno swamp-rock sotto mentite spoglie che armeggia con eccessi lisergici (“Gettin’ Mean”). La solita ruvida sguaiataggine e un piglio ubriaco mai veramente fine a se stesso impregnano da cima a fondo un disco assolutamente godibile, incapace di raggiungere le vette del passato, eppure sempre maturo nello scegliersi gli abiti giusti dai più diversi guardaroba.

Sfilano, dunque, omaggi-oltraggi ai Rolling Stones (“Alligator Dance”), ballate al chiaro di luna, ma con la luna ad un paio di metri (“Immortal Soldier”, la cui coda chitarristica insegue nostalgie cosmiche), folk-rock dell’iperspazio (“Surface Of Pluto”), gli Stooges della “cruda potenza” (“Buzzin’ Flies”) o i Cramps ingrassati (“Juicy Jaw”). In coda, i brani più lunghi: “Outlaw Lone Wolf”, in cui Timmy tenta la carta dell’epica western, dai tratti progressivi, con la storia di un orfano che, allevato dagli Apaches, finisce per diventare un grande guerriero; "Into Unknown", uno strumentale contemplativo che riattraversa, dall’alto, tutto il cammino fatto, mirando, oltre lo sfondo, lo spirito caleidoscopico di un passato sonoro senza limiti, infiorettato da una serie infinita di scarabocchi elettrico-elettronici, nel solco della new wave americana più fricchettona.

16/06/2013

Tracklist

  1. Gettin' Mean
  2. Alligator Dance
  3. Immortal Soldier
  4. Surface of Pluto
  5. Buzzin' Flies
  6. Juicy Jaw
  7. Faces in the Shadows
  8. Outlaw Lone Wolf
  9. Into Unknown

Human Eye sul web