E invece, alla prova dell'ascolto, la delusione è analoga a quella provata con il primo album di Yasuha Kominami. Da chi ci si aspettava un sommovimento, una controproposta possibilmente sdegnata al bolso canone, la sgradita sorpresa, il rientro in quei ranghi da cui evadere a gambe levate. Se però nella futura stella del cantautorato giapponese ciò comporta un abbandonato incondizionato al lato più romantico, adult-contemporary della propria proposta, nelle due bizzarre signorine il livellamento fortunatamente è più contenuto: la speranza di vederle tornare a brillar presto sono meno remote.
La colpa? Piuttosto che proseguire sul sottile crinale tra melodia e cacofonia, a ridefinire e, perché no, espandere un sound dalla rischiosa ma gustosissima alchimia, il rinnovamento estetico delle due ha visto epurare totalmente il secondo (e forse più interessante) tra i due aspetti, a favore di una collezione di brani puramente pop, ancora baciati da finezze arty ma monchi di quella ricercata aura punk, loro autentico punto di forza. Ed è paradossale, che pur volendo favorire in tal modo la scrittura, essa appaia come sbiadita, cedevole, pronta a svoltare verso la soluzione più facile, quando se ne presenta l'occasione.
Ballatone a cuore aperto (“Yasashii Sekai”), eleganti rifiniture jazz (“Ryuusei”, “Sou Nara Ii No Ni”, a ribadire gli insistenti paragoni con miss Ringo Shiina), più temerarie incursioni nelle soundtrack da anime (“Allergie”, l'energica “Yukiko”, l'unica forse a non avere dissipato interamente la propria carica punk) meritano senz'altro un plauso per le considerevoli capacità tecniche delle due, ancora una volta perfette padrone dei propri strumenti. Ma quando a mancare è il terreno sotto ai piedi, una penna che realmente sappia fare la differenza, non c'è arrangiamento, per quanto valido, che possa tenere.
A questo giro, insomma, è andata così. C'è ancora il tempo di aggiustare il tiro in vista di un'uscita più corposa, di perfezionare un'offerta che partiva da ottime basi; non resta che sperare che questa blanda “poppizzazione” sia soltanto una tappa di passaggio.
(06/01/2014)