American Football

American Football (ristampa)

2014 (Polyvinyl)
midwest emo

Riempie d'orgoglio poter celebrare, a soli quindici anni dalla pubblicazione ufficiale su Polyvinyl, la riedizione di un album che ha marchiato a fuoco il cuore di tanti ascoltatori, scavalcando le barriere auto-imposte dei generi musicali. Un fenomeno sotterraneo, al pari del coevo testamento di Jeff Mangum e soci, che nel passaparola ha trovato, a tempo debito, la sua immensa fortuna. “American Football” (1999) è un manifesto annunciato, destinato a rimanere una tantum e ad assumersi l'inatteso ruolo di pietra di paragone, con la quale l'intera scena midwest deve oggi necessariamente confrontarsi, e in molti casi trarne spunto.

Tre lustri or sono, Mike Kinsella (già nei Cap'n Jazz e Joan Of Arc), Steve Holmes e Steve Lamos partorivano, in maniera del tutto spontanea, una delle più sincere dichiarazioni emotive in musica, illuminando di una luce sublime e inconfondibile il concetto stesso di emo. Curioso e significativo, peraltro, che questo anniversario – e l'avvento della relativa edizione deluxe – cada in concomitanza con la pubblicazione postuma del terzo album fantasma (“Imaginary Third”) dei Van Pelt, altro gruppo simbolo della scena indie americana di quegli anni, mirabili nel rigore delle strutture, ma del tutto agili e schietti nella componente spoken word.

Giunge così anche il momento della reunion – almeno per alcune date americane tra settembre e ottobre, già sold out – per rivivere la nostalgia di un gruppo che pareva essersi fissato un solo imperativo: lasciarsi trasportare dal sentimento, muovendo entro una formula ritmicamente elaborata ma limpidissima dal punto di vista melodico (il riff in glissando di “Never Meant” è fra gli attacchi iconici dei tardi anni 90); e ancor più nei testi, la cui calligrafia quasi naif ricorda gli innocenti temi degli anni di scuola – lettere mai spedite alla prima, incancellabile fiamma.

I'm thinking about leaving and how I should say goodbye. With a handshake, or an embrace, or a kiss on the cheek, or possibly all three.

Solo con queste premesse, infatti, sarebbe possibile scrivere un pezzo (“Honestly?”) inizialmente di appena due minuti, cui fa seguito una straziante coda strumentale di quattro dove un gioco di luci trasfigura, un giro via l'altro, i pochi accordi che la compongono. Così come sarebbe altrimenti inconcepibile il fluviale abbandono di “Stay Home”, che non conosce il tempo reale e sprofonda in un baluginante dormiveglia, tra arpeggi delicati come parole dette con gli occhi (But that's life, it's so social, so physical). È la grazia di saper introdurre la dolcezza degli armonici naturali anche nell'instrumental più spigoloso (“You Know I Should Be Leaving Soon”), o il canto sommesso di una tromba che pare capitata lì per caso (“The Summer Ends”, “For Sure”), e che diventa l'espressione più autentica della malinconia:

Imagine us together, we're relatively stable and tentatively able to say for certain whether this uncertainty is for sure.

Quella che ci viene offerta oggi – va detto – è un'edizione in doppio cd o Lp all'insegna del più cieco completismo, che conta una manciata di registrazioni demo di livello amatoriale, addirittura sessioni di prova troncate all'improvviso, con pause d'assestamento, accenni di jam allo stato embrionale e finali alternativi. Episodi che, senza alcun intento di scherno, fanno perlopiù tenerezza, con una qualità che nulla toglie al mood trasognato del materiale originale, ma che riascoltato in uno studio album dalla produzione pressoché immacolata non può reggere alcun confronto. Solo il medley conclusivo intitolato “The 7's” si potrebbe aggiudicare la palma come miglior found object nell'esiguo bagaglio di inediti che gli American Football si sono lasciati alle spalle. Contributi fotografici dell'epoca e note di copertina dei musicisti soddisfano ulteriormente la valenza archivistica della reissue.
Ma stante la curiosità per un mancato seguito – avanzano solo le tre canzoni del breve Ep di un anno prima, anch'esso omonimo – rimane altresì la certezza che un simile esordio sia sempre bastato a se stesso e non necessiti di riconferme, né che porti con sé l'auspicio di ulteriori margini di miglioramento.

Una volta scoperto, non resta che saggiare la spontaneità con cui questo album – qualcosa in più di un capolavoro – entra a far parte della nostra vita.
È la musica di quando stai per incontrarti con quella ragazza che desideri dal più profondo del cuore, ma quei sentimenti che vorresti rivelarle non trovano espressione adatta a contenerle. Diventa poi la musica di quando il cuore di quella ragazza è già tuo, ma ogni volta che la rivedi è come se tutto fosse rimasto fermo al momento della prorompente collisione tra i vostri animi gentili, le labbra e i corpi tremanti. Da ultimo, è la musica di quando lei se ne sta andando, per qualche giorno soltanto, ma non senza prima esservi detti qualcosa di molto importante: qualcosa che risuona in maniera cristallina tra queste note, e che come esse abiterà per sempre i vostri più intimi pensieri.

22/05/2014

Tracklist

Cd 1

  1. Never Meant
  2. The Summer Ends
  3. Honestly?
  4. For Sure
  5. You Know I Should Be Leaving Soon
  6. But the Regrets Are Killing Me
  7. I’ll See You When We’re Both Not So Emotional
  8. Stay Home
  9. The One With The Wurlitzer

Cd 2

  1. Intro [Live at the Blind Pig, Champaign, IL, 1997]
  2. Five Silent Miles [Live at the Blind Pig, Champaign, IL, 1997]
  3. Untitled #1 (The One With the Trumpet) [Boombox Practice Session, 1998]
  4. Untitled #2 [Boombox Practice Session, 1998]
  5. Stay Home [Boombox Practice Session, 1998]
  6. Untitled #3 [Boombox Practice Session, 1999]
  7. Never Meant [4-Track Album Prep, 1999]
  8. But the Regrets Are Killing Me [4-Track Album Prep, 1999]
  9. I’ll See You When We’re Both Not So Emotional [4-Track Album Prep, 1999]
  10. The 7′s [Live at the Blind Pig, Champaign, IL, 1997]

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