Partiti come Mercuryo Cromo, i cui “Nuovi Colori” (2005), “Mercuryo Promo Ep” (2008) e “Tormenta” (2009) sono album di grunge cantautoriale appena contaminato di funk, competente ma dozzinale, Stefano Gipponi, Matteo Lodetti, Enrico Brugali e Giuseppe Falco cambiano nome a inizio decennio in Le Capre A Sonagli. Il primo Ep omonimo del 2011 è ancora memore della passata esperienza, ma il debutto “Sadicapra” (2012) è un primo passo verso la creazione di un linguaggio armonico originale, a partire dal canto inintelligibile.
La trasformazione è completa, e pure sorprendente, in “Il fauno”. Le anime estinte di Syd Barrett, di Don Van Vliet e del fondatore dei Residents (chiunque esso sia) lo animano e lo orchestrano.
Gli intermezzi per voce grottesca recitante e campionamenti concreti sono già parte integrante del programma, come conclusione enigmatica dei stringati brani, dalle danze tribali per urla scimmiesche e formule inventate (“Ciabalè”, ma ancora più densa, stregata e cosmica è “Pausa pranzo”), cantilene di voci folli e fischietti impertinenti (“Demonietto all’organetto”), cerimoniali di richiami equatoriali sbiaditi (“Giù”).
L’unica concessione allo psych-pop gioviale, peraltro eseguito con invidiabile eleganza, “Nonno Tom”, è comunque seguita dalla filastrocca cubista tentennante di “Uhaah!”, da un caos di finte pose glam e baccano elettronico come “Anatra”, e dalla più dadà di tutte, “Bobby Solo”.
I quattro poi affidano un doppio (anti-)spettacolare finale dapprima a una maestosa marcia medievale disturbata da mugolii in crescendo, “Joe”, e poi da una jam techno-rock osteggiata da una miriade di campionamenti, “Goo Porcaputtana”.
Pensato per un mediometraggio d’animazione e snocciolato in quattro piccole suite (“Piccolo di Joe Koala”, “La suite del demonietto”, “…e ci si buttò”, “La fuga del cavallo defunto”) che dovrebbero accompagnare a programma l’ascolto, ma più lo deragliano. Il colpo di genio delle loro non-composizioni non è tanto l’addizione ma la sottrazione, nel mantenerle allo stadio larvale, o proprio palesemente, causticamente incompiute. Il fiocco sul regalo è invece il canto geneticamente modificato, o inventato di sana pianta. Un difetto? Fin troppo breve.
27/03/2015