Pharoah Chromium

Chromosphere

2015 (Deep Distance)
electro

Ghazi Bakarat, messa da parte la collaborazione con il guru Günter Schickert per “Oxtlr” (2014), ritorna pienamente alla sua sigla Pharoah Chromium per “Chromosphere”, una composizione di 32 minuti in due parti, una sua “Rainbow In Curved Air”, o un remix scientifico dei Popol Vuh.

La prima parte, “Enter The Coma Cluster”, inizia con una toccata all’organo elettronico, continuamente ustionata da cacofonie invadenti. Queste due componenti sono scomposte e ricomposte, sfasate e sovrapposte, in velocità come nel minimalismo. Vi è poi una tragica sospensione di note cicliche e acute, che, dopo una zona di loop e riverberi, conduce a un finale tremebondo di sintetizzatori tremuli e tempestosi.
La seconda parte (“Chromospheric Brightenings Benith The Transequatorial Halo”), forse appena più interlocutoria, annovera ancora due momenti topici: l’attacco in stile Robert Wyatt, un respiro di organismi cibernetici orchestrato sinfonicamente, e i vortici di dervisci in un inferno di radiazioni e gas nel quale si sperde il fluire sonico.

Assieme ai coevi “Death In The Making” (analogo per impegno e struttura) e il più piccolo “Das Testament Des Dr. Cordelier”, è un’aggiunta relativamente minore al suo canone, ma di quelle che - nondimeno - diffondono pathos e ambizione. Pur con una certa esteriorità e delle giunture non sempre cristalline, aspira a coniugare la spudoratezza delle colonne sonore sci-fi alle morigerate, fondamentali figure della classicità, soprattutto polifonia e fugato. Un solenne ribadimento della forza dell’analogico nel bel mezzo della rifondazione digitale. Edizione limitata su picture disc.

19/10/2015

Tracklist

  1. Enter The Coma Cluster
  2. Chromospheric Brightenings Benith The Transequatorial Halo

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