C’è un evento televisivo alla base della pubblicazione dell’esordio discografico solista di Rachele Bastreghi: la sua partecipazione a un episodio della fiction “Questo nostro amore 70”, nella quale ha interpretato una chanteuse francese di nome Marie, alle prese con “Mon petit ami du passé”, una canzone molto Serge Gainsbourg, resa con una teatralità vocale degna di una Milva dei tempi d’oro. Ed è proprio nel misurato equilibrio fra pop d’autore italiano e chanson française che si regge il primo capitolo in proprio della signora dei Baustelle, per la prima volta (dopo sei meravigliosi album e una colonna sonora) priva del trademark autorale di Francesco Bianconi.
La voce che fece tremare tutti gli adolescenti italiani con “La canzone del parco” mette insieme sei tracce più uno strumentale, affidandosi anche ad un paio di cover ben fatte: “All’inferno assieme a te” è un brano del 1970 portato al successo da Patty Pravo, mentre “Cominciava così” è un pezzo del 1969 dell’Equipe 84, inizialmente pubblicato come lato B del singolo “Tutta mia la città”, e poi inserito nell’album “Casa mia” un paio d’anni più tardi. Ma è già l’iniziale “Senza essere” (scritta a quattro mani con il chitarrista dei Baustelle, Claudio Brasini) a caratterizzare l’atmosfera, con gli archi e il pianoforte grandi protagonisti. Non tarda a farsi notare, come già accaduto in “Fantasma”, tutta la devozione per il lavoro di Ennio Morricone, soprattutto in “Folle tempesta”, resa anche in versione strumentale in coda alla tracklist.
“Marie” è un disco elegante e mai sopra le righe, dove la disillusione per amori finiti prende spesso il centro della scena. E’ una prova che promuove a pieni voti la figura della Bastreghi fra le primedonne della canzone italiana contemporanea. Fra gli ottimi musicisti coinvolti, vanno segnalate almeno le presenze di Mauro Pagani, Fabio Rondanini (il batterista dei Calibro 35) e Sergio Carnevale dei Bluvertigo. Produce Giovanni Ferrario.
17/03/2015